Autorizzazione dei vaccini: la Ue accelera. In arrivo il Johnson&Johnson
È atteso attorno al 10 marzo il via libera dell'Ema (Agenzia europea per i medicinali) al vaccino covid prodotto dalla Johnson&Johnson, approvato la scorsa settimana dalle autorità regolatorie statunitensi.
Sarà il quarto autorizzato dalla Ue, dopo quelli di Pfizer, Moderna e AstraZeneca.
Nelle ultime settimane è aumentata la pressione dei governi sulla commissione Ue per un cambio di passo, dopo i ritardi e le consgene a singhiozzo da parte delle tre Big Pharma attualmente fornittrici.
Oggi la commissione ha assicurato che l'Ema snellirà le procedure per renderle il più veloci possibile: «Lavoreremo con la nostra task force industriale insieme al Commissario Breton per aumentare la produzione. Grazie a questo puntiamo ad avere nei prossimi mesi accordi di acquisto anticipato nuovi o adeguati per le varianti dei vaccini», ha detto la commissaria europea alla salute, Stella Kyriakides, alla videoconferenza dei ministri Ue.
Il vaccino di Johnson&Johnson è molto atteso ed è ritenuto particolarmente interessante, sia perché si conserva nei normali frigoriferi sia perché prevede la somministrazione di una sola dose, il richiamo cioè non è necessario.
Le prime dosi in Italia dovrebbero arrivare in aprile, ma il grosso dei 27 milioni previsti arriverà nel secondo (9 milioni) e nel terzo trimestre del 2021.
La semplicità di conservazione e di somministrazione del vazccino ne fa anche un candidato ideale per le campagne nei Paesi poveri, specialmente grazie al programma dell'Oms Covax (Covid-19-Vaccine Global Access Facility) per la distribuzione globale equa dei vaccini. Si tratta di un'iniziativa lanciata nel giugno 2020, cui collaborano 172 Paesi, che vede le nazioni più ricche nella veste di donatori al fine di assicurare un flusso di vaccini anche verso le aree economicamente meno avanzate del pianeta: in questo contesto un vaccino monodose è particolarmente utile.
Peraltro,. anche per gli altri vaccini si fa strada in Italia e in altri paesi la scelta di non accantonare dosi per garantire i richiami nei tempi previsti, ma di procedere piuttosto con l'utilizzo delle intere scorte al fine di garantire la prima somministrazione al maggior numero di cittadini possibile.
Specie per il vaccino AstraZeneca, che ha il richiamo a ben 12 settimane, si passerà probabilmente in tempi rapidi all'impiego di tutte le dosi dispoonibili.
È la prassi adottata fin da dicembre in Gran Bretagna (circa 20 milioni le dosi già somministrate), dove ha dato esiti confortanti: nell'ultima settimana si è rilevato un calo di circa il 40% dei nuovi casi.
I decessi sono diminuiti di un terzo e ieri si sono stati registrati 6.035 nuovi casi, l'aumento giornaliero più basso dallo scorso settembre, mentre i morti sono stati 144.