Riaperture in aprile: scontro in maggioranza sui possibili allentamenti. Sanità: obbligo di vaccinarsi per tutti e stipendio sospeso a chi rifiuta
Nel pomeriggio le nuove norme, le sanzioni al personale "no vax" durerebbero fino alla fine della pandemia. Ristoranti e viaggi fra regioni: braccio di ferro fra i partiti
PROVINCIA Niente stipendio ai "no vax": per medici, infermieri e operatori si va verso l'obbligo
ROMA - Prosegue questa mattina nel governo il confronto sul decreto legge covid, atteso nel pomeriggio in consiglio dei ministri: si lavora ancora al meccanismo che potrebbe consentire un margine per le aperture intorno al 20 aprile per le regioni che abbiano dati di contagi particolarmente bassi.
A quanto si apprende da fonti di governo, la norma che entrerà in vigore dal 7 aprile è al centro di un confronto molto acceso tra i ministri e diverse ipotesi sul funzionamento del meccanismo sarebbero state fatte e già stralciate.
Dunque l'esito finale del lavoro in corso si conoscerà probabilmente solo a ridosso del Cdm.
Non dovrebbe esserci un automatismo per gli allentamenti, che potrebbero riguardare attività come bar e ristoranti che potrebbero tornare ad aprire a pranzo.
E il decreto dovrebbe escludere comunque, come già annunciato ma contestato soprattutto dalla Lega, per tutto il mese la zona gialla.
Il centrodestra spinge per un meccanismo di revisione delle misure non aleatorio, che dia concretezza alla possibilità di riaprire ("lavoro, sport, vita", dice Matteo Salvini).
Mentre i ministri di Leu, Pd e M5s sarebbero schierati per una linea di massima prudenza, senza "illudere" i cittadini con ipotesi che poi in concreto sarebbero i dati stessi del contagio a smontare.
"Vedremo come finirà, bisogna sempre passare dal Cdm", dice un ministro "rigorista" non escludendo che la norma per le aperture salti.
Più fonti confermano che il confronto è ancora apertissimo tra i ministri e non si è trovata una mediazione, in attesa della sintesi che farà il premier Draghi.
Sul fronte "no vax" si fa strada l'obbligo di vaccinarsi non solo per i medici a stretto contatto con i malati ma per tutto il personale che lavora in strutture sanitarie.
E ancora: viaggi blindati a Pasqua, con quarantena obbligatoria al rientro per tutti gli italiani che decideranno di passare le vacanze in un altro Paese europeo, prolungamento dello stop agli spostamenti tra le regioni (ormai in vigore addirittura da prima di Natale), coprifuoco sempre alle 22, ritorno in classe in zona rossa fino alla prima media compresa, via libera ai concorsi pubblici, verifica a metà aprile per valutare l'eventuale allentamento delle misure
La norma più forte è sicuramente quella che prevede l'obbligo di vaccinazione per tutto il personale della sanità.
In un primo momento si era valutato di disporre l'obbligo solo per i medici che lavorano a contatto con i malati ma l'ipotesi che si sta facendo strada in queste ore è di estendere il provvedimento a chiunque lavori in una struttura sanitaria: medici, infermieri, operatori sociosanitari, dipendenti di Rsa e studi privati.
Il decreto indicherà anche delle sanzioni per chi rifiuta il vaccino: non ci sarà il licenziamento ma la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all'andamento della pandemia.
Quando si raggiungerà l'immunizzazione di massa o si registrerà un calo importante della diffusione del virus, la sanzione verrebbe revocata. Nel decreto ci sarà anche lo 'scudo penale' per i somministratori, limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave.