India, il contagio dilaga: quasi un milione di casi in 3 giorni. Allerme in Tunisia, rianimazioni piene
New Dekhi comunica che ormai il totale dei positivi ha superato a 16,5 milioni, una cifra record che colloca il Paese alle spalle solo degli Stati Uniti
ROMA. Il bilancio quotidiano del coronavirus in India supera ancora nuovi record mentre il governo lotta per fornire ossigeno agli ospedali sopraffatti dalle centinaia di migliaia di nuovi casi: quasi un milione di contagi in tre giorni.
I morti nelle ultime 24 ore sono stati 2.624, un nuovo record giornaliero, e oltre 340.000 i nuovi casi, portando il totale dell'India a 16,5 milioni, secondo solo agli Stati Uniti.
Molti esperti prevedono che l'attuale ondata non raggiungerà il picco per almeno altre tre settimane e ritengono che il numero reale di morti e casi sia molto più alto.
Preoccupa anche la situazione epidemiologica in Tunisia: il ministro della Sanità Faouzi Mehdi, ha dichiarato che il 92% dei letti di rianimazione e l'85% dei letti equipaggiati ad ossigeno negli ospedali pubblici sono attualmente occupati sebbene il ministero ne abbia aumentato la capacità.
In questo contesto, ha aggiunto che il suo dipartimento e il ministero degli affari sociali insieme ai rappresentanti delle cliniche private stanno lavorando per trovare una formula per rafforzare il sostegno del settore privato agli sforzi nazionali per combattere l'epidemia al fine di ridurre la pressione sugli ospedali pubblici.
Continuano a preoccupare i nuovi casi, 2.205 al 22 aprile secondo il ministero della Sanità, con 107 vittime in 24 ore che portano a 10.170 i decessi registrati dall'inizio dell'epidemia. Secondo la stessa fonte sono attualmente ricoverate 2654 di cui 485 in rianimazione e 144 in respirazione assistita. Prosegue a rilento la campagna vaccinale cominciata il 13 marzo scorso, con quasi 280 mila persone ad aver ricevuto la prima dose di vaccino, 54.056 vaccinate con la seconda dose. Preoccupa inoltre le autorità la scoperta di nuove varianti oltre a quella inglese. Una delle quali, ora allo studio dei ricercatori, individuata su 6 persone a La Manouba, non lontano dalla capitale.