Giovane vescovo originario di Schio vittima di un attentato in Sud Sudan: ferito alle gambe
Padre Christian Carlassare, comboniano, viene dalla stessa cittadina veneta, ai piedi del Pasubio, da cui era partita la missionaria laica Nadia De Munari, misteriosamente assassinata in Perù tre giorni fa. Probabilmente contro il religioso un agguato a scopo intimidatorio contro le attività diocesane. Scossa la comunità della cittadina dell'Alto Vicentino, a pochi chilometri dal Trentino
LA TRAGEDIA Missionaria laica di origini vicentine uccisa a colpi di machete in Perù
VENEZIA. Nuova notizia drammatica che colpisce la comunità di Schio, nel Vicentino a pochi chilometri dal Trentino: dopo la tragedia della missionaria laica Nadia De Munari, assassinata in Perù, oggi arriva quella sull'agguato contro padre Christian Carlassare, missionario italiano e vescovo eletto della diocesi di Rumbek, in Sud Sudan.
Anche Carlassare, infatti, come Nadia De Munari, è originario di Schio.
È stato ferito da due uomini armati e ora si trova in ospedale in condizioni stabili, riferisce la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Padre Christian è il più giovane vescovo italiano.
Nominato da Papa Francesco l'8 marzo di quest'anno dovrebbe essere ordinato vescovo a fine maggio.
"Nella notte abbiamo appreso dell'attentato ai danni del neoeletto vescovo della diocesi di Rumbek p. Cristian Carlassare. Il missionario comboniano è stato immediatamente trasportato all'ospedale di Juba", riferisce l'agenzia Fides.
"Padre Cristian - prosegue la nota - è stato picchiato, insieme alla suora che era con lui, poi gli hanno sparato quattro proiettili alle gambe.
Stando alle prime notizie l'attentato era pianificato pare per spaventarlo in modo che non venga consacrato vescovo".
Proprio nei prossimi giorni, infatti, è prevista la consacrazione del missionario comboniano a vescovo (il più giovane tra gli italiani con i suoi 43 anni) della diocesi di Rumbek che dalla morte di mons. Cesare Mazzolari, nel 2011, era rimasta sede vacante.
"Aiuto alla Chiesa che Soffre prega per lui e per la sua comunità, e nel contempo chiede alle autorità civili maggiore sicurezza per i cristiani locali. Basta violenza!", si legge sulla pagina Facebook dell'associazione pontificia che dal 1947 sostiene le comunità cristiane perseguitate o povere con progetti finanziati da benefattori privati.
Intanto, chiedono verità e giustizia i familiari di Nadia De Munari.
"Nadia è un'italiana massacrata all'estero, come Giulio Regeni. Noi chiediamo che l'Italia indaghi. Mia sorella ha dedicato la vita agli altri, ora lo Stato si occupi un po' di lei. Questa non è una rapina", dice oggi a La Repubblica Vania De Munari la sorella Nadia, uccisa in Perù nella propria camera da letto con un martello da cantiere o forse con un'ascia.
Chi l'ha uccisa si è preso due telefoni cellulari ed è scappato, senza nemmeno provare a frugare nei cassetti dove erano custoditi i soldi. È successo nel centro "Mamma mia" di Nuevo Chimbote, il quartier generale del massiccio dispositivo di volontariato che Operazione Mato Grosso gestisce in Perù.
La parrocchia dove lavorava Nadia conta 100 mila abitanti, persone scese dalle Ande per cercare fortuna e sistemate in case di bamboo di 6 metri per 6, una accanto all'altra, in una specie di baraccopoli nel deserto che i missionari chiamano "Invasione".
Nadia De Munari gestiva sei asili, quasi 600 bambini e altrettante storie di disagio e povertà.
"Le hanno rubato solo il telefonino. Perché infierire in quel modo su una persona che dorme, solo per un telefonino? I soldi sono rimasti in camera, qui c'è dell'altro".
"Esprimo la mia a solidarietà e vicinanza alla famiglia di padre Cristiam Carlassare il giovane vescovo di Rumbek, oggi gravemente ferito in un agguato nel Sud Sudan. Per fortuna, dalle prime informazioni, pare non essere in pericolo di vita.
Proprio stamane ero intervento all'inizio della seduta della Camera dei deputati per invitare il governo a riferire in aula sull'uccisione della missionaria laica Nadia De Munari, assassinata in circostanze misteriose qualche giorno fa in Perù.
Poi è arrivata quest'altra brutta notizia. Entrambe le vittime sono originarie di Schio in Provincia di Vicenza. Quella comunità sta pagando un assai pesante tributo di sangue alla testimonianza del Vangelo", dichiara in una nota il deputato vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin.