Dolomiti Energia, che succede? Storia di una vendita da 50 milioni e delle grandi manovre per l’assemblea
Inedito «duello» fra soci pubblici e privati: un balletto dove entrano in scena Isa, Mediocredito, Caritro, e la Cooperazione Trentina. Chiamateli «poteri forti», se volete
TRENTO. La scelta del socio La Finanziaria Trentina spa di mettere sul mercato il 5% del capitale di Dolomiti Energia Holding, posseduto attraverso FT Energia spa, per un valore attorno ai 50 milioni di euro, ha provocato una doppia reazione, pubblica e privata. I soci pubblici di controllo, Provincia di Trento, Comune di Trento e Comune di Rovereto, hanno prima annunciato, poi avviato la procedura per inserire nello statuto di Deh l'istituto del diritto di prelazione: la via, nelle intenzioni, per evitare, in futuro, l'assalto di chicchessia alla multiutility dell'energia.
Gli altri soci privati, invece, si sono coalizzati "contro" La Finanziaria Trentina". La prima conseguenza è che, nell'assemblea di venerdì, gli azionisti privati di Deh si presenteranno con due liste alternative. Il diritto di prelazione.
Sul tavolo del presidente Massimo De Alessandri, nei giorni scorsi, è arrivata la lettera del socio FinDolomiti Energia, che rappresenta i tre soci pubblici di controllo: di FindDolomiti, infatti, sono proprietari (un terzo ciascuno), i due Comuni di Trento e Rovereto, e Trentino Sviluppo spa, la holding di partecipazioni della Provincia.
La lettera chiede al cda di Deh di convocare un'assemblea straordinaria in cui deliberare la modifica dello statuto per inserire il diritto di prelazione. Un vincolo che, in teoria, potrebbe incidere sul valore delle azioni. Ma si dà per scontato che per diventare operativo (tra modifica dello statuto e stima asseverata del valore delle azioni in caso di recesso di qualche socio) servano alcuni mesi. In concreto, La Finanziaria Trentina avrà tutto il tempo di chiudere la vendita al Fondo britannico Equitix con cui sta negoziando, e il diritto di prelazione, se effettivamente introdotto, varrà pro futuro.
Non mancano gli aspetti problematici, anche considerando l'orientamento, caldeggiato dai principali soci privati e ora, pare, condiviso dai soci pubblici, di quotare in Borsa Deh. Per la quotazione, il diritto di prelazione dovrebbe poi essere tolto. C'è pure chi lo considera un'arma a doppio taglio, perché metterebbe in mano al nuovo fondo Equitix, una volta socio, la possibilità di crescere dall'interno, esercitandolo, in caso di altre cessioni.La riconferma del vertice.
FinDolomiti Energia, vale a dire i soci pubblici, hanno depositato la lista di sette nomi per il cda (12 membri) che sarà eletto venerdì. Alla presidenza, Massimo De Alessandri (Comune di Rovereto) e Marco Merler amministratore delegato (Comune di Trento: la riconferma dell'attuale vertice. Per la Provincia ci saranno l'ingegner Paolo Decarli, vicesindaco del Comune Vallelaghi (già nel cda di Patrimonio del Trentino spa) e l'architetta Daniela Salvetti di Avio; per il Comune di Trento, Chiara Tomasi (docente al Dipartimento di economia e management dell'Ateneo trentino); per il Comune di Rovereto, la commercialista Silvia Arlanch, per le utilities, Simone Canteri di Acsm Primiero, che subentra a Manuela Seraglio Forti di Stet.La frattura tra i privati.I soci privati (23,15% del capitale), in passato fecero una lista unica.
L'annunciata vendita del 5% da parte de La Finanziaria Trentina ha avuto la conseguenza di far scendere in campo una seconda lista, frutto dell'accordo tra Fondazione Caritro, Isa spa ed Enercoop (85% di Fincoop e 15% di Mediocredito Trentino Alto Adige spa). Isa ed Enercoop avevano reso pubblico, nelle scorse settimane, l'interesse a rilevare parte del pacchetto in vendita, a differenza di Fondazione Caritro che, superando il 5% del capitale, ha già diritto ad una rappresentanza in cda.
Questi tre soci hanno lamentato il fatto di non essere stati interpellati e manifestato il timore di aprire all'esterno il "sistema trentino" che fin qui, nello schema di rapporto pubblico-privato concepito quando era presidente della Provincia Lorenzo Dellai, ha governato la risorsa strategica dell'energia. Fondazione Caritro, Isa ed Enercoop, però, mettono insieme l'11,27% del capitale, soglia che rimane sotto l'11,87% di FT Energia. Per questo, per formare la seconda lista, hanno imbarcato due dei tre consorzi elettrici della Cooperazione trentina: il Ceis di Stenico e il Cedis di Storo che, insieme, detengono l'1,23% del capitale di Deh (0,56% il primo, 0,67% il secondo). Un apporto sufficiente per tentare di ribaltare i giochi in assemblea. L'incognita resta: perché un conto sono le due liste, un altro i voti in assemblea. I soci privati hanno diritto a 5 consiglieri su 12. Uno scenario possibile è che FT Energia scenda da tre a due consiglieri e possa perdere la vicepresidenza, oggi in capo a Massimo Fedrizzi. Fondazione Caritro, da parte sua, non ha ricandidato l'avvocata Carlotta Baroldi. Una frattura non indolore, anche per le partecipazione incrociate in essere: Fondazione Caritro, Isa e Mediocredito sono soci de La Finanziaria Trentina.