Riesplode il «caso Savoi», la Svp chiede le dimissioni, oppure niente staffetta in Regione
Documento di 23 consiglieri dopo le frasi sessiste: fibrillazione in maggioranza, lui non si pente e Paccher lo difende, ma la Lega pensa a un nome di rincalzo (che sia una donna)
TRENTO. Riesplode il «caso Savoi» e rischia di portare a un rinvio della staffetta di metà legislatura per la presidenza del consiglio regionale (prevista oggi), fra l'attuale presidente, il trentino Roberto Paccher (Lega), e il vice altoatesino di lingua tedesca Josef Noggler (Svp), che a norma di Statuto si scambieranno il posto.
Sempre che la Volkspartei non convinca l'alleato di giunta, la Lega, a "scaricare" il consigliere cembrano Alessandro Savoi, ex presidente del partito in Trentino, che si è fatto conoscere - anche a livello nazionale - per le frasi sessiste e ingiuriose che rivolse alle colleghe consigliere Alessia Ambrosi e Katia Rossato, dopo la loro decisione di lasciare la Lega per passare a Fratelli d'Italia.
Ora vacilla per Savoi il posto che ricopre nell'ufficio di presidenza del consiglio regionale, come segretario questore, perché 23 consiglieri di minoranza, trentini e altoatesini - esclusi i quattro di Fratelli d'Italia - hanno firmato un comunicato congiunto in cui avvertono Lega-Svp che se «non procederanno a sostituire il consigliere Savoi dall'ufficio di presidenza, noi che rappresentiamo un terzo del consiglio regionale, non parteciperemo al voto di una presidenza che non si smarchi inequivocabilmente da ogni violenza e offesa sessista».
Il problema concreto è che a norma di regolamento si può procedere all'elezione del nuovo presidente e del vice se partecipa al veto almeno i due terzi dei consiglieri regionali, ma senza la presenza dei 23 firmatari dell'appello questo numero legale non viene raggiunto e quindi la staffetta non si può fare.
I 23 firmatari che invocano la sostituzione di Savoi, in ordine alfabetico, sono: Myriam Atz-Tammerle, Lucia Coppola, Riccardo Dello Sbarba, Peter Faistnauer, Sara Ferrari, Brigitte Foppa, Sven Knoll, Paul Köllensperger, Andreas Leiter Reber, Alessio Manica, Alex Marini, Diego Nicolini, lessandro Olivi, Alex Ploner, Franz Ploner, Sandro Repetto, Maria Elisabeth Rieder, Ugo Rossi, Hanspeter Staffler, Giorgio Tonini, Josef Unterholzner, Paolo Zanella, Luca Zeni.Tra i consiglieri di opposizione trentini non hanno firmato invece i consiglieri del Patt, Paola Denagri, Michele Dallapiccola e Lorenzo Ossanna, che a livello regionale sono in maggioranza e in giunta al fianco di Svp e Lega, né figura il nome di Filippo Degasperi (Onda Civica).
L'iniziativa dei ventitré ieri ha mandato in fibrillazione la Lega, perché in effetti sulla carta i numeri non ci sono e se il partito di Fugatti vuole difendere a tutti i costi Savoi si trova costretto a chiedere un rinvio della staffetta. E non basta il fatto che il capogruppo Alessandro Urzì abbia assicurato i voti di Fratelli d'Italia (anche se proprio Alessia Ambrosi potrebbe non essere presente a causa di motivi familiari).Ma visto che anche nella Svp, soprattutto tra le consigliere, i mal di pancia non mancano nei confronti delle gravissime frasi pronunciate dal consigliere leghista, ieri non è mancato il pressing sulla Lega e su Fugatti per sollecitare almeno la valutazione di una sostituzione di Savoi con un altro nome.
L'interessato ieri era però ancora irremovibile. «Quello che dovevo dire - dichiara - l'ho detto chiaramente in consiglio regionale nella penultima seduta, ad prile. Comunque vedremo domani (oggi per chi legge.)». Insomma, Savoi non vuole cedere. E anche il presidente Roberto Paccher continua a difenderlo: «Vediamo se ci sarà il numero legale, se non ci fosse faremo un rinvio della staffetta». Il presidente della Provincia e vicepresidente della Regione, Maurizio Fugatti, non si sbilancia: «Vediamo cosa succede».
Ma intanto ieri la Lega ha iniziato a sondare i nomi di due donne: Mara Dalzocchio (Lega) e Vanessa Masè (La Civica) per sostituire Savoi. Nel caso sia necessario per chiudere l’incidente.