Tragedia del Mottarone, il caposervizio: "Era impensabile che la fune potesse spezzarsi"
Interrogato in carcere a Verbania, Gabriele Tadini ha spiegato di aver inserito il ceppo blocca freno di emergenza per evitare che le cabine si bloccassero lungo il percorso senza ragione, a causa di un'anomalia. La difesa chiede i domiciliari, la procura la conferma del fermo in carcere
LE INDAGINI Prime ipotesi sulla causa della rottura della fune. Il piccolo Eitan migliora
L'AZIENDA Leitner si costituirà parte civile: atto gravissimo la manomissione degli impianti di sicurezza
INCHIESTA Disattivato volontariamente il freno di emergenza
VERBANIA. Nel carcere di Verbania si sono svolti gli interrogatori dei tre fermati mercoledì scorso per l'incidente della funivia del Mottarone che ha causato domenica scorsa 14 morti, tra cui due bimbi, e un ferito grave, il piccolo Eitan di 5 anni ancora ricoverato.
Ha ammesso di aver messo il ceppo blocca freno, e di averlo fatto altre volte, Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia del Mottarone, interrogato per circa tre ore dal gip Donatella Banci Buonamici.
Difeso dall'avvocato Marcello Perillo, l'uomo ha spiegato che le anomalie manifestate dall'impianto non erano collegabili alla fune ed ha escluso collegamenti tra i problemi ai freni e quelli alla fune. "Non sono un delinquente. Non avrei mai fatto salire persone se avessi pensato che la fune si spezzasse", ha detto ancora Tadini, secondo quanto riferito dal suo difensore.
Il legale ha spiegato che, secondo quanto riferito dal suo assistito, l'utilizzo del forchettone era stato deciso per prevenire il rischio che le cabine fossero bloccate durante il normale esercizio, a causa di una anomalia al freno di emergenza che avrebbe potuto fermare la funivia provocando una situazione di emergenza, con la necessità di evacuare i passeggeri dal mezzo di trasporto sospeso a molti metri di altezza.
Secondo quanto riferito, non erano stati rilevati segnali di alcun genere riferiti a qualche problema relativo alla fune trainante, quella che si è rotta facendo precipitare la cabina, in assenza dell'intervento del freno di sicurezza.
La difesa di Gabriele Tadini ha chiesto al gip, al termine dell'interrogatorio, la misura degli arresti domiciliari, non la libertà. Il suo legale ha chiarito di non aver chiesto al giudice che non venga applicata una misura cautelare. Per contenere le esigenze cautelari, che secondo la procura riguardano i rischi di fuga, reiterazione del reato e manomissione di prove, per la difesa, bastano i domiciliari.
Il procuratore Olimpia Bossi e il pm Laura Carrara (presenti agli interrogatori) hanno chiesto per tutti la convalida del fermo e di custodia in carcere. Poi, sarà il gip Donatella Banci Buonamici a dover decidere sulla convalida e sull'eventuale misura cautelare. Per la Procura ci sono tutte le esigenze cautelari: pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.
Fuori dal carcere, intanto, una persona manifestava con un cartello con su scritto "se colpevoli, ergastolo".
Domani, domenica, in Piemonte sarà giornata di lutto, per le 14 vittime della funivia del Mottarone.
Il decreto firmato nelle scorse ore dal presidente della Regione, Alberto Cirio, invita la popolazione ad osservare un minuto di silenzio alle ore 12 e gli enti pubblici piemontesi a unirsi nella manifestazione del cordoglio a una settimana dall'incidente. "Nulla può lenire il dolore, ma sentiamo il bisogno di ricordare in un modo solenne coloro che hanno perso la vita in questa follia. Il Piemonte non smetterà mai di stringersi alle loro famiglie e al piccolo Eitan", afferma il governatore Cirio. [Ansa]