In Trentino campagna vaccinale a rilento, ma abbiamo 60 mila dosi nei frigoriferi
Fugatti chiede a Figliuolo più fiale, e ne abbiamo ricevute 23 mila in meno che Bolzano. Ma andando avanti così il Trentino arriva all’immunità di gregge solo in ottobre
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TRENTO. La speranza è ovviamente che tra pochi giorni cambi tutto, ma ad oggi la situazione è questa: negli ultimi 7 giorni il Trentino ha somministrato 3.700 dosi di media ad giorno e, andando avanti a questo ritmo, ci vorrebbero 4 mesi e una settimana per coprire il 70% della popolazione. L'obiettivo dell'immunità di gregge sarebbe raggiunto il giorno 2 ottobre 2021.
E in Italia? Lo stesso obiettivo sarebbe centrato il 6 settembre. E in Alto Adige, dove stanno viaggiando a quasi 4.900 dosi al giorno? Sarebbero "Covid free" il 27 agosto, più di un mese prima del Trentino.
I calcoli sono scientifici: si prende la popolazione secondo l'Istat, si pone come valore indicativo per l'immunità di gregge il 70% della popolazione, si sottraggono le dosi già somministrate: il numero di giorni necessario risulta quindi dalla divisione tra il numero di dosi rimanenti da somministrare e il numero medio (media mobile a 7 giorni) di dosi somministrate.
Si tratta di un "giochino", perché ogni giorno i numeri variano. Ma anche un "giochino" che dice piuttosto chiaramente a che punto della campagna siamo: e il Trentino è in netto ritardo, sia rispetto alla media nazionale sia nel confronto con i "vicini di casa" dell'Alto Adige. Negli ultimi sette giorni la media di "punture" fatte ogni giorno è scesa a 3.700, distante dagli obiettivi del commissario Figliuolo, che aveva chiesto al Trentino di viaggiare almeno a 4.500.
Nelle ultime ore il presidente Maurizio Fugatti ha scritto a Roma chiedendo un carico maggiore di vaccini per tornare a correre e per poter finalmente aprire anche alle persone sotto i 50 anni, cosa ormai già accaduta in quasi tutta Italia.
Continuando il confronto con l'Alto Adige, a nord di Salorno hanno ricevuto circa 23 mila dosi in più rispetto a noi: la spiegazione è legata ai mesi scorsi, quando la vicinanza con il Tirolo - che a febbraio e marzo aveva numeri altissimi di contagi - aveva "suggerito" a Roma di andare a "difendere" il territorio di confine per evitare pericolosi focolai. Nelle ultime settimane la situazione è comunque tornata in equilibrio. Se è vero che le dosi consegnate alla nostra provincia sono poche e comunque inferiori in proporzione rispetto al resto della nazionale, è anche vero che sono migliaia quelle ancora ferme nei frigoriferi. Il totale è superiore a 60 mila.
Una parte servono per le seconde dosi e una parte per avviare la campagna con gli "esenti ticket", ma molte sono ferme da settimane. Nel dettaglio: ci sono state consegnate 6.250 di Johnson & Johnson, ma ne abbiamo somministrare solo 1.396. Per quanto riguarda Moderna 27.900 arrivate e 21.147 fatte. Per Pfizer e AstraZeneca, tenendo conto di settima e undicesima dose che in Trentino vengono estratte da ogni singola fiala grazie alle siringhe di precisione, abbiamo circa 25 mila dosi di ognuno dei due vaccini in attesa nei frigoriferi. E se quelli di Pfizer vengono comunque utilizzati ogni giorno in buona quantità, con AstraZeneca abbiamo vaccinato circa duemila persone in tutta l'ultima settimana. In molte zone d'Italia, considerato che AstraZeneca non va dato obbligatoriamente solo agli over 60, si stanno organizzando delle sedute aperte a tutti con questo vaccino - ad esempio in Inghilterra utilizzato massicciamente per cittadini di ogni età - con l'obiettivo di non tenere ferme migliaia di dosi nei frigoriferi.