Il lockdown ha rilanciato Interbrennero: il bisogno di magazzini e spedizioni fa raggiungere l’utile in bilancio
La Ro.La azzerata, il valore della produzione in calo, ma il via libera all’utilizzo degli spazi (il 60% era vuoto) ha fatto decollare gli incassi
TRENTO. Clamoroso al Cibali, calcisticamente parlando. Interbrennero spa, che arriva da una decina di anni perdite, archivia il 2020 con un sostanziale pareggio. Anzi, con un leggero utile di 12.076,00 euro. Ancor più clamoroso che a chiudere in attivo sia stato quel pozzo senza fondo (quanto perdite e svalutazioni a raffica) rappresentato dalla partecipata Interporto Servizi spa: utile netto di esercizio pari a 23.730,00 euro.
Tutto ciò avviene nell'anno tragico del Covid, con l'emergenza sanitaria che è diventata emergenza economica. Il consiglio di amministrazione di Interbrennero, presieduto dall'ingegner Roberto Bosetti, ha approvato il bilancio che a fine mese presenterà all'assemblea dei soci. Con soddisfazione, vista l'inversione di tendenza e, soprattutto, viste le prospettive future che si aprono per l'interporto regionale di Trento nord.
Il valore della produzione ha subìto un inevitabile crollo, passando dai 3.218.915,00 euro del 2019 ai 2.542.840,00 del 2020: un calo del 23,17%. Ma attenzione: il crollo del traffico merci, nel 2020, è stato ben maggiore: -44,8%.
La RoLa, l'autostrada viaggiante, è stata praticamente azzerata, per evitare, nel rispetto delle norme, il contatto tra camionisti in carrozza. Com'è stato dunque possibile, a fronte di un quasi dimezzamento del traffico merci, contenere il calo dei ricavi e chiudere addirittura l'esercizio in utile? C'è stata una gestione oculata, un controllo rigoroso dei costi (ricorrendo anche alla cassa integrazione dei 26 dipendenti nel pieno del lockdown), senza però lasciare a casa nessuno.
Ma la risposta sono i magazzini, diventati nell'anno da problema irrisolvibile a risorsa che ha "salvato" l'equilibrio dei conti. «Con meno traffico e meno movimento delle merci» spiega il direttore, Flavio Maria Tarolli «è aumentata la richiesta di fare scorte e si è impennata la richiesta di spazi».
Anche perché si è dispiegato l'effetto della modifica urbanistica con cui la Provincia ha liberalizzato l'uso dei magazzini, non più utilizzabili solo per merci scaricate o da caricare su treno. Risultato: magazzini a ruba. «La Provincia ha tolto un tappo» esemplificano Bosetti e Tarolli». Il 60% erano vuoti.
Oggi, con l'ultimo contratto commerciale operativo dal primo giugno, tutti i 15 mila m2 sono affittati. Anche quelli riservati a contratti brevi: in un magazzino dell'interporto sono stipati per un paio di mesi pure i banchi della cattedrale di San Vigilio in corso di restauro. La previsione è, addirittura, che a fine 2021, Interporto Servizi chiuda con un utile di 200-250 mila euro (dopo anni di perdite, nel 2019 di 133 mila euro). L'effetto più immediato: stop alla fusione per incorporazione della partecipata in Patrimonio del Trentino spa. Questo è (era) il destino, prefigurato con il piano di riassetto delle partecipate dell'aprile 2019 definito dalla giunta provinciale. Interbrennero possiede il 54,78% di Interporto Servizi, il resto è del socio privato La Finanziaria Trentina spa.
Con il sole che torna a baciare il tetto dei magazzini dell'interporto, perché vendere-svendere Interporto Servizi, che ne è proprietaria, alla immobiliare della Provincia?Il presidente di Interbrennero tiene a evidenziare due elementi: primo, i buoni rapporti con gli uffici della Provincia («un cambio di passo nell'ultimo anno» dice Bosetti) e la dimensione regionale consolidata dell'interporto. Che, magazzini a parte, ha solo prospettive di crescita.
È consolidata, dal 2014, la centralità del terminal per le Cartiere del Garda spa e Fedrigoni spa che, assieme significano oltre 800 addetti: dai porti di Livorno e Monfalcone e da Pöls arriva su treno all'interporto la cellulosa che poi, per l'ultimo miglio, viene consegnata da operatori locali della logistica. Idem per il carbonato di calcio da Gummern (Austria).
Via treno arriva anche il materiale ferroso per l'acciaieria di Borgo Valsugana. E sempre via treno vengono poi trasportate le billette di acciaio prodotte. Continua pure il trasporto dei furgoni di Fca, con l'operatore Bertani.
Poi, le novità: da fine 2020 il gruppo Lidl si serve dell'interporto per l'arrivo dal sud Italia di carta lavamani e carta igienica, ed il treno che torna nel Meridione non è vuoto, ma carico di latte confezionato, e, in prospettiva anche di carta prodotta da un'altra cartiera. Pure il rifiuto residuo in plastica, raccolto dalla PA Service di Cortaccia, viene caricato su treno per finire ad un termovalorizzatore in Danimarca.
Ed in corso di definizione vi è un accordo ancora più significativo, che conferma la dimensione regionale dell'interporto. Oggi, sono circa 70 i Tir che ogni giorno raggiungono i porti con container carichi di vino e mele del Trentino e dell'Alto Adige. Il progetto, da settembre, è quello di sostituire il traffico su gomma con cinque treni a settimana dal terminal di Trento Nord.