Green Pass, Zaia contro i leghisti scesi in piazza: «Mi rifiuto di pensare che sia la linea del partito»
Il governatore veneto difende a spada tratta il valore scientifico dei vaccini: «Se inventassero oggi la penicillina, avremmo i social pieni di gente che dice che una muffa non se la inietta»
VENEZIA. Va dritto al punto il presidente del Veneto Luca Zaia commentando i colleghi di partito leghisti scesi in piazza nelle manifestazioni contro il Green Pass: «Mi rifiuto di pensare che sia quella del partito».
Zaia difende a spada tratta il valore scientifico dei vaccini: «C'è ancora chi dice che il virus non esiste e che è un complotto. Incuranti del fatto che i vaccini funzionino».
«Se inventassero oggi la penicillina, avremmo i social pieni di gente che dice che una muffa non se la inietta», prosegue il governatore, secondo il quale «siamo passati da una sanità pubblica che faceva le profilassi a scuola a un punto in cui è difficile fare un tampone perché veniamo accusati di infilare microchip nel naso dei bambini».
La misura è colma per Zaia. «Se invochiamo la libertà per qualsiasi cosa - afferma -, perdiamo il minimo senso del bene comune. Oggi riguarda i vaccini, domani qualunque scelta di sanità pubblica».
Eppure, prosegue, «la mia generazione la distingui perché sulla spalla ha la cicatrice della vaccinazione».
Ad ogni modo, «un discorso è discutere legittimamente sull'obbligatorietà» dei vaccini, «come fa il segretario Salvini. Altra cosa è farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico», conclude il governatore veneto tornando a riferirsi ai suoi colleghi scesi in piazza.