Ruby ter: difesa Barizonte, solo giudizi morali e non penali
'Risarcite da Berlusconi, additate come prostitute per cene'
(ANSA) - MILANO, 20 LUG - Il processo sul caso Ruby ter "si caratterizza da un elemento unico, da un'attenzione mediatica fortissima, dal 2010 al 2014, su comportamenti privatissimi delle persone coinvolte e che ha creato una folta nebbia che ha sovrapposto giudizi morali a giudizi penali". Lo ha spiegato l'avvocato Patrizia De Natale, legale di Lisney Barizonte, una delle giovani ex ospiti delle serate di Arcore e imputata a Milano assieme all'ex premier Silvio Berlusconi e altre 27 persone. "Guardando oltre la nebbia - ha detto il difensore - ci rendiamo conto della assoluta irrilevanza penale dei fatti". L'avvocato, chiedendo l'assoluzione per le accuse di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari nella terza udienza dedicata alla difese, ha chiarito che questo "è il primo caso di corruzione in cui il prezzo della corruzione parte da bonifici tracciabili". E ha posto una domanda: "Perché una persona dovrebbe farsi pagare per mentire su toccamenti, baci, sulla famosa statuetta di Priapo, ovvero su fatti che non costituiscono reato e poi dichiarare in aula il prezzo della corruzione, ossia di aver avuto denaro?". Per Barizonte i pm hanno chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi. Il legale, come altri, ha fatto notare che i verbali delle presunte false testimonianze sono colpiti "da inutilizzabilità assoluta" dopo un'ordinanza dei giudici che hanno stabilito che le ragazze dovevano essere indagate già quando erano state convocate in aula come testi nei processi Ruby. "Non sussiste la qualifica di pubblico ufficiale per la corruzione - ha aggiunto - la mia assistita era indagata di fatto dal marzo 2012, mentre la sua testimonianza e dell'aprile 2012". E ancora: "Quei soldi non sono prezzo della corruzione, chi chiedeva un aiuto economico lo aveva e per questo le cifre date sono tutte diverse". L'accordo corruttivo è solo una mera presunzione, non è individuato" e il danno "all'immagine prodotto a queste ragazze è incalcolabile, erano additate come prostitute per essere andate a cene normalissime". Da qui i "risarcimenti" del Cavaliere. (ANSA).