Il cordoglio di tanti amici ed atleti per l'ultimo saluto al campione Davide Rebellin
L’omaggio e lo strazio di Gilberto Simoni: «Sei stato il miglior compagno e avversario, mi vergogno dello Stato italiano, non fa niente per fermare queste stragi sulla strada. Che rabbia perdere un campione così»
LA SVOLTA Rebellin, individuato l'investitore: è un camionista tedesco
LE INDAGINI Caccia al pirata della strada che ha ucciso Rebellin
LA TRAGEDIA Rebellin travolto a ucciso da un camion mentre si allenava in bici
VITTIME Nei primi 8 mesi dell’anno 103 ciclisti morti sulle strade italiane
VICENZA. Si sono svolti nel Duomo di Lonigo (Vicenza) i funerali dell'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, travolto e ucciso da un Tir pirata lo scorso 30 novembre a Montebello Vicentino (Vicenza).
Tra i presenti alla cerimonia, Claudio Chiappucci, Gilberto Simoni, Alessandro Ballan, Gianni Bugno, Filippo Pozzato, Franco Pellizotti, Marino Basso. Con loro anche il ct della Nazionale italiana di ciclismo Daniele Bennati e il presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni. Tutti riuniti per l'ultimo abbraccio all'ex campione vicentino.
E, proprio Simoni, uno degli ex compagni di squadra, davanti alla bara, ha espresso la propria rabbia per quando accaduto, tra ricordi e lacrime: «Sei stato il miglior compagno e miglior avversario, mi vergogno dello Stato italiano, non fa niente per fermare queste stragi sulla strada. Che rabbia perdere un campione così - ha continuato Simoni - Quasi un morto al giorno in bicicletta, che rabbia e che vergogna».
Il corteo funebre ha varcato la porta del Duomo e sulla bara di Rebellin è stato posto un cuscino di fiori bianchi: ad accompagnarlo nell'ultimo viaggio la mamma Brigida, la moglie Françoise, i fratelli Simone, Stefano e Carlo. Tanto gli applausi all'uscita della chiesta. È stato il sindaco di Lonigo, Pier Luigi Giacomello, a leggere un messaggio della famiglia Rebellin: «Davide un uomo luminoso, ora che sei diventato il nostro angelo proteggici, ciao Davide, pedala tranquillo per la tua ultima voltata».
Il primo cittadino è tornato anche a parlare di giustizia per quanto accaduto, con riferimento al camionista tedesco scappato dopo l'investimento senza prestare aiuto: «Chi investe una persona e non la soccorre, non può rimanere impunito».
«Colgo questa occasione per rinnovare un appello alla sicurezza sulle strade perché il ciclismo italiano ha pagato un prezzo altissimo, ha perso tantissimi campioni: Davide Rebellin, Michele Scarponi, ma come non ricordare anche Fabio Casartelli, il mio predecessore a capo del Tour de France conservava ancora la sua maglia». A dirlo è il direttore del Tour de France, Christian Prudhomme, a margine della presentazione delle tappe del Grand Départ a Bologna.
«In tutti i Paesi d'Europa, non solo in Italia, in Francia, in Olanda e in Belgio occorre che ci sia più sicurezza sulle strade, e su questo Matteo Trentin sta facendo tantissimo - ha sottolineato ancora - davvero, tutti i ciclisti, campioni e non, ciclisti della domenica e professionisti: sulle strade, sono tutti molto fragili».