I francesi in piazza contro la pensione a 64 anni, ma il governo non molla
Oggi, 31 gennaio, seconda giornata di mobilitazione generale contro l'impopolare riforma che aumenta a 64 anni l'età per lasciare il lavoro, contro gli attuali 62. Già annunciati altri due giorni di sciopero generale martedì 7 e sabato 11 febbraio
PARIGI. Seconda giornata di mobilitazione generale dei francesi, oggi, contro l'impopolare riforma delle pensioni, che vuole aumentare a 64 anni l'età per lasciare il lavoro, contro gli attuali 62.
Mentre la legge è da ieri in Assemblée Nationale, con un dibattito dai toni molto accesi, anche oggi gli scioperi colpiscono pesantemente i trasporti pubblici, la scuola, la sanità e molto seguita si annuncia la partecipazione nelle raffinerie e nelle centrali elettriche.
L'atmosfera è tesa in aula - dove ieri è arrivata la riforma ed all'esame delle commissioni - e nelle piazze, dopo che la premier Elisabeth Borne ha annunciato nel fine settimana che l'età pensionabile a 64 "non è più negoziabile".
Altri due giorni di sciopero già fissati la settimana prossima, martedì 7 e sabato 11 febbraio: lo ha annunciato questa sera l'intersindacale francese al termine del secondo giorno di mobilitazione contro la riforma delle pensioni.
Diverse voci si sono levate nel sindacato per chiedere di dichiarare una giornata di mobilitazione durante il fine settimana, così da consentire anche una partecipazione ancora più vasta alla protesta.
Intanto è guerra di cifre sui partecipanti alla manifestazione di Parigi, e più in generale ai cortei in tutta la Francia.
Alla cifra di mezzo milione per il corteo parigino, annunciata dal sindacato comunista CGT ad inizio pomeriggio, si contrappone quella di 87.000 della polizia e addirittura di 55.000 - un decimo rispetto alla CGT - da parte di Occurrence, un osservatorio indipendente di cui fanno parte diversi media francesi, fra i quali BFM-TV. La CGT parla stasera di 2,8 milioni di manifestanti in tutta la Francia.