I due calciatori arrestati per il presunto stupro: è scontro fra l'accusa e la difesa
Lucarelli e Apolloni chiedono la revoca dei domiciliari: secondo i loro avvocati, la giovane "non era in uno stato di alterazione tale da non poter esprimere il consenso". Ma il pm parla invece di "sopraffazione e violenza". Intanto entro lunedì dovrà arrivare la decisione sulla richiesta di revoca della misura restrittiva
MILANO. Per la difesa la ragazza "non era in uno stato di alterazione" tale da "non poter esprimere il consenso", come invece sostiene l'accusa, e la sua versione presenta diverse discrepanze. Sono i punti centrali dei ricorsi contro le misure degli arresti domiciliari presentati da Federico Apolloni e Mattia Lucarelli, figlio dell'ex attaccante del Livorno Cristiano (nella foto in tribunale nel giorno del'interrogatorio del figlio), anche loro entrambi calciatori 23enni arrestati il 20 gennaio per violenza sessuale ai danni di una 22enne americana.
Presunto stupro di gruppo che risale alla notte tra il 26 e il 27 marzo dell'anno scorso e per il quale altri tre loro amici sono indagati. Il ricorso di Apolloni è stato discusso stamani per quasi un'ora e mezza davanti al Tribunale del Riesame di Milano (collegio Pendino-Alonge-Ambrosino), che lunedì prossimo tratterà in un'altra udienza anche quello di Lucarelli, sempre difeso dal legale Leonardo Cammarata.
Entro lunedì dovrà arrivare la decisione per entrambi sulla richiesta di revoca dei domiciliari, a cui il pm Alessia Menegazzo si è opposta intervenendo in aula.
"L'accusa non è solida", ha spiegato l'avvocato ai cronisti, chiarendo che "il tema si sposta sul piano scientifico: lo stato di alterazione della ragazza", che quella sera aveva bevuto, "è tutto da provare".
La Procura avrebbe fatto notare che, pur avendo effettuato le ricerche richieste, non è stato mai trovato il 'famoso sesto video' (altri cinque sono agli atti) che scagionerebbe gli indagati.
La difesa ha depositato una foto che mostra i due ragazzi e la studentessa abbracciati "alla fine della nottata". Immagine che, per l'accusa, non cambia il quadro della "sopraffazione" e delle violenze da lei subite, quando era in un "evidente" stato confusionale.
La Procura, come chiesto dalla difesa, ha anche fatto tradurre e trascrivere di nuovo gli audio in cui la ragazza parlava inglese. E ripeteva: "non toccatemi". Per la difesa, invece, le intercettazioni contenute nell'ordinanza dimostrano "l'innocenza" dei giovani e non possono essere poste alla base delle esigenze cautelari, sostenendo che i due non avrebbero compreso il "disvalore" delle loro azioni.