Addio a Giuliano Maistri, il primario con la racchetta
Nato ad Aldeno, giocò anche a tamburello e a calcio per quattro anni nel Trento. Ha trasmesso l’amore per lo sport a quattro dei cinque figli e alla nipote Deborah
TRENTO. Il tennis è stato il suo elisir di lunga vita, e quella di Giuliano Maistri, spentosi domenica sera all'età di 94 anni, è stata una vita lunga, felice e appagante. Puoi fermare il tempo solo se lo guardi negli occhi, se non hai paura di lui, ha scritto qualcuno, e lui il tempo l'ha sfidato con disincantata naturalezza, il portamento elegante e composto. Sul lavoro, come nello sport, che non ha mai smesso di occupare uno spazio importante.
Diviso con la sua bella famiglia, la moglie Brunella, sempre al suo fianco, i figli Michele, Andrea, Sandra, Antonia e Marta. Fino a qualche anno fa era ancora in campo per il solito immancabile doppio all'Ata. Il fisico, coltivato con intelligenza e disciplina, gli ha regalato tante soddisfazioni anche in tempi più recenti, compresi quattro titoli mondiali fra i veterani. Al tennis era arrivato tardi per illudersi di varcare certi confini, ma il segno lasciato nella storia cittadina di questo sport è stato lungo e profondo. Ha trasmesso la passione a quattro dei cinque figli, diventati a loro volta buoni giocatori, ed è stato fonte di ispirazione per la nipote Deborah, figlia di Sandra e Alberto Chiesa, già numero 143 al mondo.
Un'icona, che ha attraversato la scena regionale, per un ventennio almeno, da assoluto protagonista, ma soprattutto un uomo di straordinaria umanità, particolarmente apprezzato anche sul lavoro. Si era laureato in Medicina a Bologna e dopo una breve esperienza da medico condotto, aveva messo a frutto la sua specialità in Microbiologia all'ospedale Santa Chiara di Trento, primario del reparto e docente alla scuola infermieristica. Quando impugna per la prima volta una racchetta ha 27 anni, ma il fisico e lo spirito sono ancora quelli di un atleta vero. Impara in fretta, anche se trovare spazio al circolo non è un'impresa semplice.
«Per avere un campo libero capitava di giocare alle sei e mezza di mattina, prima di iniziare il turno in ospedale», racconterà con l'aria divertita. Il braccio c'è, il colpo d'occhio pure. Il tamburello gli ha dato la predisposizione a giocare in avanti, di anticipo. Quando termina la seconda guerra mondiale è già diviso tra il tamburello e il calcio, scoperto grazie ad Aurelio Massaggia, futuro manager del Calcio Trento e dell'Aquila Basket, allora sfollato ad Aldeno, il paese natale di Giuliano. I dirigenti di via Sanseverino non tardano a bussare alla sua porta. Con la maglia gialloblù disputerà quattro stagioni, dal 1952 al 1956, difensore arcigno ed energico.
Alla guida della società c'è l'onorevole Helfer, ma sono anni grigi, avari di soddisfazioni. Il Trento dopo la riorganizzazione della serie C è stato relegato in quarta serie con Bolzano, Lancia e Rovereto. Il pallone in ogni caso è una breve parentesi, ci sono gli studi di medicina da completare. Gli unici che possono assicurargli un futuro più che dignitoso. Ma il tennis, iniziato con un misto di esitazione e scetticismo, si trasforma in un amore travolgente. È Giorgio Torta, veneziano, titolare della Casa del Caffè di via S. Pietro, rilevata alla fine degli anni Cinquanta, dirigente appassionato e competente, a convincerlo a provare seriamente con il tennis.
«Fulmineo colpo d'occhio, senso della posizione, baldanza atletica sono le doti che Maistri impone sul campo da gioco», così sentenzierà il decano dei giornalisti sportivi Umberto Grillo celebrando le sue vittorie (tre) al Città di Trento, all'epoca il torneo più importante in regione. Classe, signorilità, stile, in campo, Giuliano non perderà mai di vista i valori che lo hanno sempre contraddistinto, in campo e fuori, nello sport come nella vita, anche quando il tennis tanto amato perderà la sua purezza, i gesti bianchi lasceranno posto a un'omologazione di stili e strategie, originalità e creatività verranno sacrificate sull'altare dell'efficienza. Il funerale si terrà giovedì alle 14 alla chiesa del Santissimo.