Argentina, l'ultraliberista Javier Milei è il nuovo presidente
Milei ha evitato di parlare dei suoi cavalli di battaglia come la dollarizzazione o la chiusura della Banca Centrale. Ma non ha potuto fare a meno di vibrare il suo motto: "Viva la libertà, maledizione"
BUENOS AIRES. L’ultraliberista di destra Javier Milei è il nuovo presidente eletto dell'Argentina. Con l'86% dei voti scrutinati l'anarcocapitalista ha vinto con il 56% il ballottaggio contro il candidato peronista progressista Sergio Massa (44,04%), in un'elezione storica e cruciale per il Paese. "Congratulazioni. Sono fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e renderai l'Argentina di nuovo grande", ha detto l'ex presidente americano Donald Trump, commentando l'elezione di Milei.
“Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. E' una notte storica, torniamo ad abbracciare l'idea della libertà", ha detto il nuovo capo dello Stato nel suo primo discorso.
Riposto nell'armadio il chiodo di pelle, Milei si è presentato in giacca e cravatta al fianco della sorella Karina, suo sostegno durante tutta la campagna elettorale, pettinato e fresco di barbiere. "Sappiamo che ci sono persone che resisteranno per mantenere i loro privilegi. Saremo implacabili: dentro la legge tutto, fuori la legge niente", ha avvertito mettendo in guardia la casta, e chiedendo al governo peronista di Alberto Fernandez di "prendersi carico del Paese fino alla fine del mandato".
Milei assumerà il suo mandato il 10 dicembre, proprio nel quarantesimo anniversario della democrazia dall'ultima dittatura militare. "La situazione è drammatica, non c'è spazio per la gradualità, per le mezze misure", ha indicato il vincitore, elencando l'inflazione, la povertà, la miseria e l'insicurezza come le sfide più urgenti. "L'Argentina ha un futuro ed è liberale", ha poi osservato promettendo che, tra 35 anni, il Paese sarà "una potenza mondiale".
Nella sua presentazione, Milei ha evitato di parlare dei suoi cavalli di battaglia come la dollarizzazione o la chiusura della Banca Centrale. Ma non ha potuto fare a meno di vibrare il suo motto: "Viva la libertà, maledizione". "Viva la libertà, maledizione", acclamato dal ruggito della sua gente, prima di abbracciare i suoi genitori, mentre nelle città del Paese, da Buenos Aires a Cordoba a Mendoza, a migliaia con le bandiere biancocelesti si sono riunite per festeggiare con canti, balli, rulli di tamburo e caroselli di auto.