Educazione all'affettività, polemiche dopo lo stop perché Paola Concia non piace a destra
Sui tre garanti (oltre all'attivista Lgbtq+, una suora e un'avvocata) dietrofront del ministro Valditara dopo gli attacchi politici arrivati soprattutto dalla Lega e da esponenti di realtà cattoliche tradizionaliste. Elly Schlein (Pd): per prevenire la violenza di genere, urgente introdurre la materia come obbligatoria a scuola
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TRENTO. Doveva essere un comitato destinato a elaborare il progetto per inserire nella scuola l'educazione affettiva, una risposta all'emergenza della violenza contro le donne. Una risposta da molti ritenuta debole, cioè l'idea di proporre qualcosa come un'ora la settimana, facoltativa. Ma anche questa idea ora si blocca, perché una parte dello stesso centrodestra di governo non andava giù che il ministro il ministro dell'istruzione, Giuseppe Valditara, avesse scelto a sorpresa per quel comitato di garanzia anche una storica esponente del mondo Lgbtq+, Anna Paola Concia, affiancata peraltro da suor Monia Alfieri e da Paola Zerman, esponente dell'area cattolica, avvocata dello Stato, già candidata per il partito Popolo della famiglia di Mario Adinolfi.
"Dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l'incarico di garanti del progetto Educazione alle relazioni a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate", ha detto Valditara. Sul ministro erano arrivate bordate soprattutto da leghisti, con qualcuno che ne chiede anche le dimissioni.
Insomma, se questa è la via per strutturare nella scuola italiana percorsi di educazione all'affettività e al rispetto delle donne, cominciamo proprio bene.
"Il progetto Educare alle relazioni andrà avanti senza alcun garante. Nel suo svolgimento concreto si continuerà il dialogo con le associazioni rappresentative dei genitori, dei docenti e degli studenti", assicura il ministro.
La scelta di Anna Paola Concia, attivista lgbt ed ex deputata del Pd, aveva provocato sorpresa e resistenze nella maggioranza di centrodestra e fra organizzazioni cattoliche di destra che promuovono una visione tradizionale della famiglia. Eppure la scelta del ministro Giuseppe Valditara di nominare tre donne diverse ma pronte a collaborare come suor Anna Monia Alfieri, Paola Zerman e la stessa Concia, era partita con una dichiarazione comune di buona volontà delle tre prescelte. Anche da sinistra, peraltro, erano arrivate critiche a Concia per aver accettato di collaborare con il campo politico avverso.
Non tarda la risposta di Anna Paola Concia. "Capisco la decisione del ministro Valditara e lo ringrazio della fiducia accordatami: dopo due giorni di polemiche da ambienti massimalisti della destra e della sinistra, è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto Educazione alle relazioni. Resto convinta che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne".
"Abbiamo accettato di metterci al servizio di un progetto equilibrato, serio e utile per le ragazze e i ragazzi, basato sul dialogo. A partire da noi tre, tre donne così diverse", avevano detto le tre garanti in pectore, prima che tutto naufragasse.
Dura la Lega, partito che ha espresso il ministro Valditara: "Non c'è bisogno di nomi o soluzioni divisive per educare alle relazioni, soprattutto se rischiano di alimentare polemiche", ha detto Simona Baldassarre, responsabile del dipartimento famiglia. "Per educare gli alunni - ha aggiunto l'esponente della Lega - ci sono un ministero efficiente e ben guidato, straordinari insegnanti e soprattutto le famiglie".
Una presa di distanze analoga è arrivata anche da Forza Italia: "Anna Paola Concia è una bravissima persona, ma non vedo perché debba essere lei a occuparsi di questo progetto. Su questo non sono d'accordo con l'amico leghista Valditara", ha commentato Maddalena Morgante, responsabile nazionale del dipartimento Famiglia e valori non negoziabili di Forza Italia.
Mentre l'associazione Pro vita e famiglia ha annunciato subito, con il portavoce Jacopo Coghe, "una petizione popolare rivolta al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, nominato in quota Lega, che in poche ore ha già raccolto migliaia di firme di elettori costernati".
"Porteremo avanti questa battaglia senza cedere ad alcun compromesso, pronti a tirare le somme - avverte Coghe - alle prossime elezioni europee".
Anche Carlo Giovanardi lamenta che fra un'attivista Lgbt sposata con un'altra donna, una suora e un avvvocato dello stato "la grande assente nel progetto" è "proprio la famiglia, quella società naturale fondata sul matrimonio, tra uomo e donna, scolpita nell'articolo 29 della Costituzione".
Di segno opposto la critica della responsabile libertà e diritti di Sinistra italiana, Marilena Grassadonia, che mette sotto accusa la scelta di una religiosa: "Ricordo sommessamente a Valditara che l'Italia è un paese laico e che chiamare una suora a gestire l'educazione alle relazioni nelle scuole stride e non poco".
Amareggiata e critica la segreteria del Pd Elly Schlein: "Sono passati pochi giorni dai funerali di Giulia Cecchettin e non abbiamo dimenticato le parole di suo padre che chiamano alla responsabilità tutte le forze politiche, alla prevenzione della violenza di genere. In questi giorni abbiamo visto altre violenze e altri stupri. È urgente rendere obbligatoria l'educazione all'affettività in tutti i cicli scolastici. Questa è la strada per cui ci preoccupa vedere che il ministro Valditara nomina dei garanti per dei suoi progetti solo facoltativi e poi non è in grado di andare avanti su quei progetti".