Migranti / Tragedie

In cinque mesi oltre 800 persone morte nel Mediterraneo centrale

I dati agghiaccianti diffusi da Unhcr-Oim-Unicef: in media quasi cinque vititme o dispersi al giorno nel 2024. Oggi, 17 giugno, allarme per una sessantina di persone disperse a causa del ribaltamento della barca al largo della costa calabrese, fra loro almeno 26 bambini

ROMA. Se i dati degli ultimi due naufragi fossero confermati nel 2024 "il numero dei morti e dispersi nel Mediterraneo centrale salirebbe a oltre 800, una media di quasi 5 morti e dispersi al giorno dall'inizio dell'anno".

A dirlo sono l'Unhcr,-Agenzia Onu per i rifugiati, l'Oim-Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e l'Unicef- Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia che esprimono "profondo cordoglio per le decine di vittime di due nuovi incidenti nel Mediterraneo".

Per le tre organizzazioni "questi ennesimi incidenti generano un senso di profonda frustrazione per i ripetuti appelli inascoltati a potenziare risorse e capacità per le operazioni di ricerca e soccorso in mare a supporto della Guardia costiera Italiana.

Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell'incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili".

"A tre giorni dalla Giornata mondiale del rifugiato con la quale si ricorda il dramma di 120 milioni di persone costrette a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni - sottolineano - questi nuovi incidenti in mare, che coinvolgono rifugiati e migranti, risultano quanto mai inaccettabili".

"Oltre alla necessità urgente di un sostegno europeo alle operazioni di ricerca e soccorso, è fondamentale - concludono Unhcr, Oim e Unicef - promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell'Unione Europea per le persone migranti e rifugiati, affinché non siano costrette a rischiare la vita in mare".

"La notizia dei migranti, sembra siano tra le 50 e le 60 persone, dispersi a causa del ribaltamento della barca sulla quale viaggiavano, a circa cento miglia a largo della costa calabrese, è un pugno nello stomaco.

Quelle che stiamo vivendo sono ore di grande angoscia per tutta la regione. Ore che ci riportano alla mente il dramma immane che abbiamo vissuto a Cutro poco più di un anno fa", scrive, in una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

"Ringrazio i soccorritori - aggiunge Occhiuto - che hanno prontamente prestato supporto ai superstiti giunti a Roccella Jonica. E prego per la donna tragicamente deceduta nel tentativo di salvarsi.

La tratta turca, dalla quale sembra arrivassero questi migranti, è stata troppo spesso sottovalutata in questi anni. Servirebbe invece una maggiore attenzione da parte dell'Europa e dei governi nazionali. I nostri mari dovrebbero risplendere di vita e di speranza e non trasformarsi periodicamente in immensi cimiteri".

"Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata. I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell'Afghanistan sarebbero morte. Sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune barche non si sono fermate per aiutarli", racconta Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici senza frontiere, presente a Roccella Ionica dove sono sbarcati i sopravvissuti del naufragio nello Jonio.

"La scena - racconta - era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano".

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