Montagna / Il dramma

Crollato seracco sul Monte Bianco: un morto e quattro feriti

La Prefettura dell'Alta Savoia fa il punto, sono stati 15 gli alpinisti coinvolti, ma forse ci sono ancora dispersi: come in Marmolada due anni fa

di Thiarry Pronesti (Ansa)

AOSTA.  Il blocco di ghiaccio si è staccato da quota 4.100 metri nel cuore della notte: le sole fonti di luce sulla montagna erano le lampade frontali degli alpinisti. E' di un morto e quattro feriti, di cui uno grave, il bilancio provvisorio del crollo di un seracco avvenuto intorno alle tre sul Mont Blanc du Tacul, versante francese del massiccio del Monte Bianco. Ma potrebbero esserci ancora dei dispersi, come due tedeschi che non hanno più dato loro notizie. In 15 sono stati travolti da una valanga di ghiaccio e neve che ha spazzato il versante per 700 metri di dislivello. Si tratta di scalatori francesi, spagnoli e svizzeri. Altri sette sono scampati.

Dopo nove ore di ricerche con elicotteri e unità cinofile, a fine mattinata, i gendarmi-soccorritori del Pghm di Chamonix hanno sospeso le operazioni sul campo. Una decisione a tutela dell'incolumità del personale, e volta a concentrare le forze sulla raccolta di informazioni tra testimoni e professionisti della montagna: l'obiettivo è capire esattamente quante persone stavano transitando al momento del crollo. Un incidente che si è verificato a poco più di due anni dal distacco del seracco di Punta Rocca, in Marmolada, che provocò 11 vittime e otto feriti. "Eravamo appena passati. Era buio, abbiamo solo sentito il rumore. Uno schiocco, e poi lo scivolamento di neve, di materiale, verso valle".

Paolo Comune, direttore del Soccorso alpino valdostano, pochi minuti prima aveva attraversato la zona dove si è verificato il crollo sul Mont Blanc du Tacul. Fuori servizio, si stava allenando insieme a due finanzieri proprio sulla via normale francese al Monte Bianco dei Trois Mont Blanc. Un itinerario che prevede di salire sul tetto d'Europa dopo aver raggiunto altre due vette: il Mont Blanc du Tacul, appunto, e il Mont Maudit. "Erano circa le 2.30, abbiamo subito chiamato il Peloton de gendarmerie de haute montagne di Chamonix - spiega Comune - per segnalare il crollo e dare la nostra disponibilità a tornare indietro per aiutare". I tre erano partiti dal rifugio des Cosmiques (3.613 metri) all'1,30, per raggiungere la cima del Bianco con le prime luci dell'alba. La struttura francese era affollata:

"C'erano un centinaio di persone pronte a partire, alcune avevano dormito fuori, in tenda". Al momento del crollo, ricorda Comune, "eravamo ancora in parete sul Mont Blanc du Tacul. La traccia in quel punto va verso destra ed eravamo fuori dalla traiettoria" del distacco. Le condizioni della via sembravano ottimali: "I seracchi del Tacul non parevano grossi e sbilanciati e, rispetto all'estate scorsa, il Mont Maudit non ha ancora ghiaccio: è ricoperto da neve, si sale bene fino in cima", spiega Comune.

"Secondo le prime informazioni raccolte - ha fatto sapere la prefettura dell'Alta Savoia (Francia) - l'origine dell'innesco della caduta del seracco sarebbe naturale". Conferma l'imprevedibilità di questi fenomeni Ludovic Ravanel, geomorfologo e direttore delle ricerche al Centre national de la recherche scientifique: "Le cadute di seracchi possono verificarsi in qualsiasi periodo dell'anno e in qualsiasi momento della giornata. Non sono legate alle condizioni termiche ma alle condizioni meccaniche del ghiacciaio in movimento". Due i più gravi precedenti di crolli analoghi nella stessa zona degli ultimi 16 anni: nove morti il 12 luglio del 2012 e otto il 24 agosto 2008. 

 

comments powered by Disqus