Soccorsi sempre più volontari Ci possiamo fidare?
Lo scontro sui soccorsi, sull’emergenza, è tangibile a vari livelli. A livello politico, dove da tempo si discute sulla nuova legge in tema di protezione civile. I più insoddisfatti sono sicuramente i permanenti, ma anche a livello di volontari ci sono parecchi malumori. Tante poltrone da spartire, tanti poteri e, anche se si parla di volontariato, tanti soldi. Gli scontri sono poi anche interni. L’ultimo è stato quello avvenuto a Daone dove i volontari e il sindaco si sono risentiti perché il soccorso alpino, intervenuto per cercare due alpinisti caduti dalle cascate di ghiaccio, non li aveva avvisati dell’intervento.
Ora, a riscaldare ulteriormente il clima, vi è la notizia della nascita di comitato dei professionisti di 115 e 118 che mette in guardia di fronte alla dilagante tendenza dell’amministrazione provinciale ad affidare servizi ai volontari e ridurre sempre più il numero di professionisti, sia nelle centrali operative che sul territorio. «Se tu avessi un papà, una mamma, un marito o un figlio colpito da infarto o vittima di un’altra emergenza sanitaria preferiresti essere soccorso da un volontario o da un professionista?», mi chiedeva l’altro giorno un amico infermiere. La risposta è ovvia. Lo smantellamento di alcuni servizi essenziali, come gli infermieri e i medici sulle ambulanze, è un problema che tocca e preoccupa tutti. Stessa cosa per i vigili del fuoco. Ci sono cose che possono fare i centinaia di volontari che si mettono a disposizione a ogni ora del giorno e della notte quando c'è bisogno di loro, ma altre che richiedono addestramento, preparazione specifica, professionisti. C'è assoluto bisogno di entrambe le categorie ma il delicato equilibrio che ha permesso per anni al sistema di funzionare sembra stia venendo meno. La bilancia sembra pendere sempre più dalla parte dei volontari. E noi trentini possiamo stare tranquilli?
Ora, a riscaldare ulteriormente il clima, vi è la notizia della nascita di comitato dei professionisti di 115 e 118 che mette in guardia di fronte alla dilagante tendenza dell’amministrazione provinciale ad affidare servizi ai volontari e ridurre sempre più il numero di professionisti, sia nelle centrali operative che sul territorio. «Se tu avessi un papà, una mamma, un marito o un figlio colpito da infarto o vittima di un’altra emergenza sanitaria preferiresti essere soccorso da un volontario o da un professionista?», mi chiedeva l’altro giorno un amico infermiere. La risposta è ovvia. Lo smantellamento di alcuni servizi essenziali, come gli infermieri e i medici sulle ambulanze, è un problema che tocca e preoccupa tutti. Stessa cosa per i vigili del fuoco. Ci sono cose che possono fare i centinaia di volontari che si mettono a disposizione a ogni ora del giorno e della notte quando c'è bisogno di loro, ma altre che richiedono addestramento, preparazione specifica, professionisti. C'è assoluto bisogno di entrambe le categorie ma il delicato equilibrio che ha permesso per anni al sistema di funzionare sembra stia venendo meno. La bilancia sembra pendere sempre più dalla parte dei volontari. E noi trentini possiamo stare tranquilli?
INTERVENTO DEL DOTTOR ALBERTO ZINI - DIRETTORE TRENTINO EMERGENZA 118 -
In merito all'articolo dal titolo "Il comitato dei professionisti contro i troppi volontari", pubblicato sull'Adige sabato 28 febbraio u.s., si ritiene doveroso precisare, per quanto riguarda Trentino Emergenza 118, che non corrisponde al vero la dichiarazione che il personale uscito per pensionamento e turnover non sia stato sostituito mediante concorso.
Nel 1997 infatti fu rivista la pianta organica del personale del 118 e venne stabilito l'inserimento del personale infermieristico come membro degli equipaggi di soccorso, in sostituzione del personale tecnico uscente e fino a regime della nuova pianta organica definita.
Ad oggi il personale tecnico, affiancato ormai da numeroso personale infermieristico assunto per concorso, è ancora in numero leggermente superiore a quanto allora stabilito. Solo i pensionamenti ed il turnover dei prossimi mesi determineranno la necessità di nuove assunzioni e queste avverranno, come prassi, per concorso.
Per quanto riguarda le competenze attese per il personale che opera nell'emergenza sanitaria, corre obbligo ricordare che tali competenze sono state e sono oggetto di un'intensissima attività di formazione, di base e permanente, che a partire dagli anni 90 ha coinvolto tutto il personale, dipendente e volontario operante nel sistema, consentendo il raggiungimento di quegli standard di servizio che si dimostrano quotidianamente all'altezza delle aspettative che il delicato settore legittimamente suscita.
Anche in questa fondamentale attività di formazione il ruolo del volontariato storico della nostra provincia, forte della sua pluridecennale tradizione di impegno e dedizione ed oggi convenzionato nel complesso sistema dell'emergenza, ha svolto e svolge tuttora un ruolo di primo piano proprio per il miglioramento continuo di quegli standard di servizio che il moderno soccorso richiede.