Quel genio di Brunettae i limiti degli uomini

Lasciamo perdere la questione della spesa durante l’orario di lavoro (ovviamente da censurare), ma quello che mi ha stupito di più nel discorso del ministro Brunetta è questa sua affermazione: «Vi siete chieste il perché della femminilizzazione della scuola e del lavoro ministeriale? E come mai ci siano poche donne ai vertici? Non voglio donne sandwich, schiacciate tra lavoro e famiglia. Voglio dipendenti pubbliche brave, che facciano carriera, che arrivino ai vertici delle rispettive amministrazioni e non costrette dalla famiglia, dai genitori, dai figli e dai nonni a dividersi in molti ruoli facendo venir meno le proprie aspettative di salario». Che genio questo ministro, al quale è sfuggito un particolare. Non me ne vogliano gli uomini, ma il problema è che l’universo maschile ha un cervello che non è adatto per occuparsi nello stesso momento di più questioni. Gli uomini è come se avessero un unico canale sul quale possono sintonizzarsi. Buon per loro, penso a volte, perché in questo modo non sentono nemmeno quello che trasmettono sugli altri canali e dunque lungi da loro preoccuparsene. Per le donne è diverso: nello stesso momento sono in grado di rispondere al capo, pensare che devono chiamare il pediatra, fissare la visita medica per la mamma anziana, recuperare le cose in lavanderia e chi più ne ha più ne metta. Per questo le donne che arrivano al vertice sono spesso più efficienti. Hanno mille sensori in grado di captare molti più segnali. Ma che importa, di questo gli uomini non se ne accorgono. Restano sintonizzati sul loro unico canale.

di Patrizia Todesco

Lasciamo perdere la questione della spesa durante l’orario di lavoro (ovviamente da censurare), ma quello che mi ha stupito di più nel discorso del ministro Brunetta è questa sua affermazione: «Vi siete chieste il perché della femminilizzazione della scuola e del lavoro ministeriale? E come mai ci siano poche donne ai vertici? Non voglio donne sandwich, schiacciate tra lavoro e famiglia. Voglio dipendenti pubbliche brave, che facciano carriera, che arrivino ai vertici delle rispettive amministrazioni e non costrette dalla famiglia, dai genitori, dai figli e dai nonni a dividersi in molti ruoli facendo venir meno le proprie aspettative di salario».
Che genio questo ministro, al quale è sfuggito un particolare. Non me ne vogliano gli uomini, ma il problema è che l’universo maschile ha un cervello che non è adatto per occuparsi nello stesso momento di più questioni. Gli uomini è come se avessero un unico canale sul quale possono sintonizzarsi. Buon per loro, penso a volte, perché in questo modo non sentono nemmeno quello che trasmettono sugli altri canali e dunque lungi da loro preoccuparsene. Per le donne è diverso: nello stesso momento sono in grado di rispondere al capo, pensare che devono chiamare il pediatra, fissare la visita medica per la mamma anziana, recuperare le cose in lavanderia e chi più ne ha più ne metta. Per questo le donne che arrivano al vertice sono spesso più efficienti. Hanno mille sensori in grado di captare molti più segnali. Ma che importa, di questo gli uomini non se ne accorgono. Restano sintonizzati sul loro unico canale.

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