Matrimonio tra Riva e ArcoSia referendum popolare
La prospettiva di una città unica di 35 mila abitanti è reale.
Il cemento aumenta, ma la diatriba Rivarcoland ripropone dibattiti destinati all’eternità. Se ne parla, da tempo immemorabile, ci si accalora, si gettano ramoscelli d'olivo o fasci di ortiche. Poi arriva la pausa “di riflessione”, fino al rilancio di quello che in fondo è un colorito, e per molti aspetti, godurioso tormentone che, purtroppo, rischia di essere fine a se stesso.
Forse è il momento di fare un passo in avanti. Tra un paio di mesi si terranno le elezioni amministrative.
Visto che siamo in campagna elettorale e tra poco i candidati sindaci presenteranno i loro programmi, visto che in questo periodo magico si può chiedere tutto e di tutto per quel clima di benevola disponibilità che porta a fare (e richiedere) voti, che ne dite se venisse suggerito ai candidati a sindaco delle due città di inserire nei loro buoni propositi anche il seguente: “mi impegno, nei prossimi cinque anni, a fare un referendum popolare, per chiedere: caro cittadino, che ne dici di fare il Comune unico di Riva e Arco, o di Arco e Riva, di Rivarcoland o di Arcorivaland?”
Sarebbe bello poter verificare, a suon di voti, che cosa ne pensa la gente. Se non altro si avrebbe un quadro reale del grado di maturazione di un'idea o del grado di resistenza delle antiche barricate municipali.
Sarebbe bello, anche perché il confronto tra favorevoli e contrari in chiave elettorale, farebbe costume, storia, tra sacralità e carnevale, tra “tutto in vacca” e buon senso civico. Insomma sarebbe bello contare e cantare. Poi, per il resto, (ciao rivanodoc, contraccambio gli auguri che estendo in ugual misura a rivani, arcensi e creature tutte del pianeta) chi vivrà, vedrà...