Benzina, ma quanto ci costi?
C’è un settore di consumo dove ci si sente particolarmente impotenti, ed è quello della benzina. Non voglio dire che ogni sosta alle pompe induca alla depressione, ma poco ci manca: gli aumenti dei prezzi di gasolio e benzina sono inarrestabili!
Ben trovati! Grazie per i commenti e gli spunti che via via si sono rincorsi nel blog durante la settimana. Per il momento, non ho risposto, per non influenzare la totale libertà di giudizio che è lo spirito stesso di un blog (e anche, lo confesso, per la curiosità di vedere dove si andava a parare!).
Nel saggio di un autorevole critico, che ho qui sul mio tavolo, c’è molto pessimismo, riguardo ai consumi: par di capire che la “dittatura dei consumi”, il consumo acritico e passivo, abbia preso piede in ogni campo. Il libro è, insomma, la constatazione della nostra tendenza ad accettare tutto ciò per cui ci sarebbe da scandalizzarsi, in una specie di degrado progressivo verso il conformismo e l’apatia. Non credo sia così. In moltissimi casi i consumatori, sia singolarmente, che tramite le loro associazioni, hanno aperto dei contenziosi importanti, finiti poi con transazioni, con sentenze di tribunale o decisioni dell’antitrust: basti pensare a tutto ciò che riguarda i trasporti, dai treni ai voli aerei. C’è, però, un settore di consumo dove ci si sente particolarmente impotenti, ed è quello della benzina. Non voglio dire che ogni sosta alle pompe induca alla depressione, ma poco ci manca: gli aumenti dei prezzi di gasolio e benzina sono inarrestabili!
I meccanismi economici internazionali sono noti, ed ogni telegiornale ce li ricorda: teniamo presente, però, che le accise sulla benzina in Italia comprendono anche tasse delle quali sembra che nessuno si accorga, che vanno dal contributo per la guerra di Abissinia del 1935, a quello per la crisi di Suez del’56, per il disastro del Vajont del ’63, per l’alluvione di Firenze del ’66, per il terremoto del Belice del ’68, per quello del Friuli del’76 e dell’Irpinia dell’80, per la missione in Libano dell’83, per quella in Bosnia del’96, fino al contributo per il rinnovo del contratto autoferrotranvieri del 2004! In attesa che il Governo si decida ad intervenire, noi consumatori abbiamo, però, una possibilità: quella di consumare meno carburante. A beneficio dell’ambiente e del bilancio familiare. Come? I rimedi li conosciamo tutti, ma di rado li applichiamo nel loro insieme…
Cominciamo col fare rifornimento dove costa meno (sempre che non si debbano fare dei chilometri per arrivarci!), poi adottiamo qualche accorgimento. Andare a piedi,o in bicicletta (ovviamente quando si può). Organizzarsi con amici e parenti, dando e ricevendo passaggi( anche qui, quando possibile, e senza risultare molesti!). Vigilare sulla qualità e sull’efficienza dei mezzi pubblici, facendo sentire la propria voce, se necessario. Praticare il car pooling, ossia l’uso collettivo dell’auto. Internet ha reso praticabile questa via, anche in Trentino: troverete offerte e richieste di passaggi, con orari precisi di arrivi e partenze per le più svariate destinazioni.
Quanto alla guida del nostro amato mezzo: proviamo ad alleggerire il piede sull’acceleratore. La guida morbida, la velocità costante,il rallentare scalando le marce, rilassano anche il portafoglio. A proposito di marce: l’inserimento di un rapporto superiore consente di risparmiare, di media, il 10% del carburante. Altre percentuali di risparmio? 30% del carburante spegnendo il motore ai semafori; 1-2% con la giusta pressione delle gomme,fino al 5% tenendo in efficienza il veicolo(pulizia e taratura di carburatore e filtro dell’aria), fino al 10% limitando l’aria condizionata allo stretto indispensabile. Inutile dire che ogni altro consiglio da parte dei lettori è ben accetto.