Il camaleonte Svp
Sedotto, usato e abbandonato. È quanto accaduto al governo Berlusconi con la Volkspartei. A dicembre la sorprendente conferma della fiducia all'esecutivo, che pure aveva perso il sostegno dei finiani, era stata resa possibile anche grazie all'appoggio dei deputati Svp che erano subito passati all'incasso. Soltanto tre giorni dopo la bocciatura del voto di sfiducia, il Consiglio dei ministri aveva approvato la norma di attuazione con cui si prevede, per i candidati con il patentino di bilinguismo, una riserva di posti nel reclutamento delle forze di polizia e la garanzia di personale in grado di parlare in italiano e tedesco secondo la mansione ricoperta. E il via libera era stato dato anche alla norma che esonera le forze di polizia del contingente bilingue di prestare preventivamente due anni di servizio militare, in modo da garantire il reclutamento di agenti e militari sudtirolesi. Infine era stato approvato il decreto che prevede la restituzione di 725 milioni di arretrati alle Province autonome in cinque rate annuali. Pochi giorni dopo in Consiglio dei ministri era passata pure la gestione separata del parco dello Stelvio.
Sono trascorsi soltanto cinque mesi ma a Roma, dopo il risultato delle elezioni amministrative, l'aria è cambiata. Ne ha preso subito atto il senatore Oskar Peterlini: "In Italia finalmente si nota una svolta politica – ha detto -. Non dovremmo fare niente per sostenere questo governo nel Parlamento, nemmeno indirettamente. Finalmente gli elettori italiani hanno reagito al malgoverno e agli scandali. Non solo gli italiani, ma anche i cittadini dell'Alto Adige si augurano le dimissioni di Berlusconi e un nuovo governo che punti sulla solidarietà sociale, sul rispetto per l'ambiente e sullo sviluppo economico".
Fino alla prossima svolta...