Zambelli come Zorro
Si distingue per look, stazza e parlata. Quando si pensa ad un professore universitario si immaginano personaggi «ordinatini», che misurano le parole, che magari solo a casa e con gli amici si lasciano andare a «pensieri in libertà». Luoghi comuni, stereotipi, perché sappiamo che siamo tutti diversi, fuori e dentro le aule didattiche. E chi frequenta l’università, per lavoro o per studio, sa che circola un bel campionario di soggetti (anticipo la critica: sì, un bel campionario si trova anche nelle redazioni dei giornali). In questi giorni però è difficile non notare Stefano Zambelli.
Il direttore del dipartimento di economia si è distinto. Sarà per le sue radici romagnole, sarà per il fatto che è stato dipinto come membro del «gruppo degli incendiari» (contro i pompieri?), degli indignados, che non accettano la provincializzazione dell’ateneo (almeno non nella formula promossa dalla commissione statuto), ma Zambelli si fa sentire. È la «stecca nel coro», anche se il coro dell’accademia non sembra proprio affollato.
Ciuffo ribelle (volutamente selvaggio?) e corporatura importante, si muove come uno schiacciasassi, attaccando frontalmente colleghi, rettore ed ex rettore. Nella partita (sfinente, diciamolo!) sulla riforma in chiave provinciale dell’Università di Trento, Zambelli, come Zorro, sembra pronto a combattere contro il Governatore. Sulla stampa ha attaccato Fbk, la Fondazione Bruno Kessler (ex Itc), che poi significa attaccare la Provincia. Al presidente di Fbk, Massimo Egidi (rettore dell’ateneo prima dell’Era Bassi, amicissimo del presidente Lorenzo Dellai), non le ha mandate a dire: «Penso che Egidi non dovrebbe essere contemporaneamente presidente di Fbk, rettore della Luiss e membro del consiglio d’amministrazione dell’Università di Trento». In una fase in cui si dice (lo dicono i firmatari della petizione dei 510) che c’è troppa Provincia nell’Università (e troppa Università nella Provincia), Zambelli parla dei conflitti, di interessi e di conflitti d’interesse. Ed è stato l’unico a far notare che il gruppo dei direttori di dipartimento (i 13 che hanno guidato la protesta fino a chiedere, in caso di non accoglimento delle istanze, le dimissioni del rettore Bassi) non è proprio compatto.
Zambelli non è Zorro (se non altro perché non ha la maschera e forse neanche l’agilità di Don Diego De La Vega ) ed Egidi non è il sergente Garcia, ma colpi di spada, in queste settimane, se ne sono visti parecchi.
*fotomontaggio di Nicola Bertotti grafica & comunicazione