Dimissioni, dimissioni, dimissioni
Dimissioni. Dimissioni. Scosse di terremoto in ateneo, ma - come si dice in questi casi - nessun danno a persone e cose, per ora. Oggi se non ti dimetti, verrebbe da dire, non sei nessuno. Ma la questione forse è troppo seria ed è difficile scherzare.
Dopo l'approvazione dello statuto dell'Università in salsa provinciale, si è assistito alle dimissioni del professor Stefano Zambelli. Il docente ha lasciato la direzione del dipartimento di Economia. Non lo ha fatto in silenzio: lo ha fatto con una lettera con cui ha pesantemente criticato il rettore Davide Bassi, i colleghi direttori di dipartimento (quelli che hanno scelto la via della trattativa con il presidente del cda Innocenzo Cipolletta), i presidi (che hanno dato il via libera al nuovo pacchetto normativo), la Provincia (troppo presente nella fase di approvazione dello statuto) e il presidente di Fbk, nonché rettore della Luiss, nonché membro dell'attuale cda dell'ateneo, nonché ex rettore dello stesso, Massimo Egidi, per i rapporti impropri con Economia. Un elenco, il suo, che non gli procurerà molte amicizie, non ai piani alti.
Contesualmente si sono registrate le dimissioni di Alexander Schuster dall'Adi (Associazione dottori di ricerca e dottorandi) di Trento: categoria che non ha ottenuto spazio alcuno negli organi di governo.
Ci sono state inoltre le dimissioni di Alessandro D'Amico, uno dei due rappresentanti degli studenti nel cda dell'ateneo, visto che questi non hanno potuto partecipare alla seduta del senato accademico, riunitosi in forma ristretta per varare, all'unanimità, la riforma.
In seguito il Consiglio degli studenti è stato lasciato, in segno di protesta verso i vertici dell'accademia trentina, da 8 rappresentanti: Andrea Carboni, Alberto Gianera, Silvio Carnassale, Anais Tonel, Nicola Ianeselli, Greta Chinellato, Lorenzo Festa e Rocco Di Filippo.
Prima di queste dimissioni, c'erano state quelle di Giovanni Pascuzzi, dalla carica di prorettore vicario (il docente aveva evidenziato l'incostituzionalità della commissione statuto, composta in maggioranza da esterni).
A monte ci sono poi le dimissioni di Claudio Della Volpe, dal cda. Su questo blog Della Volpe, ricercatore a Ingegneria, ha commentato: "Mi sono dimesso dal cda quando ancora si discuteva la norma di attuazione e quando tutti avevano ancora l'anello al naso sulla provincializzazione; se fossimo partiti insieme allora le cose non sarebbero arrivate a questo punto, ma ci vuole anche la volontà di rompere gli equilibri".