Pedoni contro ciclisti: "No sem miga en Olanda"

Un'idea semplice: prima i pedoni, poi i ciclisti e infine le auto. Con queste priorità la vita in città sarebbe più a misura d'uomo.

di Barbara Goio

 

«No sem miga en Olanda!» In fila al supermercato si scambiano due chiacchiere, sul traffico, contro i ciclisti. «Fanno tutto quello che vogliono!» sbotta un uomo di mezza età. «Io amo andare in bici. Secondo me è il modo migliore, anzi l’unico, per muoversi velocemente in città», rispondo gentilmente. So che non lo convincerò, eppure il problema non è convincere lui, ma capire perché si crei così tanta acredine tra i pedoni e i ciclisti, che invece dovrebbero stare dalla stessa parte della barricata, contro il traffico.
 
L’idea di base è semplice: prima i pedoni, poi i ciclisti, e infine le auto. Così si riuscirebbe a vivere la città in maniera più serena. Quando pedalo dovrei avere gli stessi diritti di un automobilista, perché pago tante tasse quanto lui, e forse anche di più visto che con il mio comportamento contribuisco a mantenere l’aria e l’ambiente più salubri. E invece sembra che la quantità di “diritti” vada di pari passo all’ingombro. Se pedalo in una strada stretta e un’auto sta dietro, il guidatore sbuffa e impreca e appena ha uno spazietto mi sorpassa accelerando: è arrabbiato perché si aspetta che io mi fermi e lo lasci passare. A volte m’arrendo immediatamente, non voglio rischiare di diventare una delle tante “vittime della strada” ma dentro di me sono convinta che è lui fuori posto, che la città dovrebbe appartenere appunto prima ai pedoni, poi ai ciclisti e infine agli automobilisti.
 
Certo che se il Comune, quando rifà una strada come in via Venezia, invece di creare ciclabili mette nuovi parcheggi (che rallentano il traffico quando la gente si ferma a posteggiare), allora comprendo che le priorità sono diverse. Non siamo in Olanda. No, non lo siamo. Purtroppo.
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