La "greppia", ovvero "magnadora"

La solita bega fra radical-chic e popolani di Pontida sul costo e l'importanza della cultura. Con una dotta citazione del Checco Moser: "Con i miliardi del Mart si facevano tante strade".

di Luigi «Gigi» Zoppello - No

(ANSA) - TORINO - La polemica sui finanziamenti pubblici alla cultura in Piemonte, innescata due giorni fa dalle dichiarazioni del presidente della Regione Roberto Cota  contro "la cultura dell'effimero", non si placano. Oggi il governatore piemontese è ritornato sul tema affermando che
"sono finiti i tempi della gigantesca greppia" e l'ex presidente Mercedes Bresso ha replicato sostenendo che Cota "non sa di cosa parla".
   Il dibattito ha visto come di consueto ciascuno sostenere la
propria parte politica, con l'eccezione del presidente dei Radicali Italiani Silvio Viale, consigliere comunale a Torino, che a sorpresa ha dichiarato che "Cota non ha tutti i torti".
   "Sono finiti i tempi - ha scritto il governatore piemontese in un post sul proprio profilo Facebook - della gigantesca greppia dalla quale alcuni pensavano di poter attingere in eterno. Le politiche culturali hanno bisogno di programmazione, non penso sia giusto finanziare a pioggia mostre che nessuno va a vedere o spettacoli faraonici. Se uno vuole fare uno spettacolo spendendo quello che gli pare se lo deve pagare".
   "I contributi a pioggia - ha ribattuto Bresso - sono finiti con la Giunta Ghigo. Definire con tono sprezzante 'effimerà la produzione culturale significa avere un'idea della cultura morta. Forse per parlare di cultura bisognerebbe praticarla un
pò di più, e non vantarsi di aver fatto decenni fa un ruolo
amministrativo comunale nel settore".
   Per il capogruppo del Carroccio in Regione, Mario Carossa,
Bresso è invece "il vero cattivo esempio". A sostegno della sua tesi Carossa ha citato lo scomparso premio letterario Grinzane Cavour, chiedendosi "quanti giovani si sarebbe potuto far lavorare con i milioni mal utilizzati nel Premio". Ha
rincarato la dose il parlamentare leghista Davide Cavallotto,
suggerendo che "sotto la maschera della cultura" venissero
"elargite somme agli amici degli amici".

 Contro il governatore si sono schierati oggi la capogruppo di
Sel Monica Cerutti, per la quale "Cota ha scoperto l'acqua
calda" e il capogruppo di Insieme per Bresso Andrea Stara, che ha lanciato un appello per la difesa bipartisan della "linea
Maginot della Cultura", ovvero del finanziamento di 47 milioni che l'assessore Michele Coppola (Pdl) conta di incassare per il settore con il 20% dell'addizionale Irpef regionale.

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Niente di nuovo sotto il sole: dieci anni fa l'assessore provinciale del Patt Francesco Moser (sì, el Checco) affermò: "Lo sapete quante strade nuove si facevano con i miliardi che costa il Mart? Io preferisco le strade nuove". Ma quando a Torino parlano di "greppia" della cultura e di "amici degli amici", certe volte mi sembra che parlino del Trentino... Certo, a essere cattivi bisognerebbe poi aprire anche a Torino dei sotto-capitoli sulla "greppia" del turismo, la "greppia" dei lease-back, la "greppia" della viticoltura, e chi più greppie ha, più ne metta. Ah, in trentin "greppia" si dice "magnadora"...

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