Una montagna di scorie nucleari
Otto impianti nucleari da smantellare e una montagna di rifiuti radioattivi, pari a 90 mila metri cubi distribuiti in 23 siti in undici regioni, da trattare e smaltire. Un deposito nazionale (previsto dalla Direttiva europea 2011/70 Euratom recepita recentemente dall'Italia) ancora non c'è e non è stato neanche individuato il Parco tecnologico in cui collocarlo. Ma la messa in sicurezza di questi di rifiuti non può attendere a lungo e d'altro canto individuare un'area non è cosa semplice quando si parla di radioattività. Le decisioni sono molto articolate e complesse e bisogna consultare istituzioni e cittadini. L'Italia deve smantellare le centrali nucleari, gli impianti di produzione del combustibile nucleare e gli impianti di ricerca del ciclo del combustibile nucleare di Trino (VC), Caorso (PC), Latina (LT), Garigliano (CE), Bosco Marengo (AL), Saluggia (VC), Casaccia (RM) e Rotondella (MT), nonchè avviare la chiusura del ciclo del combustibile nucleare. Attività che generano circa 55.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a cui se ne aggiungono circa altri 36.000 da impieghi dedicali, di ricerca e industriali con un trend di crescita di 500 metri cubi l'anno.