Meno consiglieri, più concretezza
Ancora un rinvio. La legge sul taglio dei costi nei Comuni si farà forse l'anno prossimo. La politica, quando c'è da metter mano a queste cose, fa sempre una fatica incredibile. Ma qualcosa dev'essere fatto. Cinquanta consiglieri a palazzo Thun non sono più giustificabili. E non è una questione di costi. E' soprattutto una questione di concretezza, di serietà nelle discussioni e nelle decisioni. In 40, che sono già tanti, forse si eviteranno tante parole al vento
Ancora un rinvio. La legge sul taglio dei costi nei Comuni si farà forse l'anno prossimo. La politica, quando c'è da metter mano a queste cose, fa sempre una fatica incredibile. Ma qualcosa dev'essere fatto. Cinquanta consiglieri a palazzo Thun non sono più giustificabili. E non è una questione di costi. E' soprattutto una questione di concretezza, di serietà nelle discussioni e nelle decisioni. In 40, che sono già tanti, forse si eviteranno tante parole al vento.
Ma per rendere veramente produttivo e utile il consiglio comunale, per tornare a farlo diventare palestra di democrazia e confronto sulle idee per la crescita e il miglioramento della città, bisogna anche fare dell'altro. Prima di tutto metter mano al regolamento, contingentando i tempi del dibattito per renderlo più incisivo e meno dispersivo. Poi cambiare le funzioni di circoscrizioni e commissioni, che potrebbero fare un utile lavoro istruttorio e di filtro dei provvedimenti.
Ma soprattutto i consiglieri dovrebbero interpretare meglio il loro ruolo. Non accomodarsi dietro il paravento del “tanto decide tutto la giunta” o limitarsi a polemiche a volte sterili ma avanzare proposte serie. Magari evitando quelle propagadistiche o senza speranza, utili solo per alimentare il proprio ego e fare una comparsata in differita sulle tv locali.