Grisenti, la condanna e il ritorno in politica
Saranno le elezioni a dire qual è l'effettivo peso, politico ed elettorale, di Silvano Grisenti. Essendo parte integrante e simbolo del sistema che oggi dice di voler sostituire, probabilmente risulta assai poco credibile, al di là di qualche pezzo residuato di classe politica orfana di partito raccattata ad oggi dalla formazione messa in piedi dall'ex assessore
Gentile Direttore, vi sono momenti in cui anche un attento lettore della stampa quotidiana ha la sensazione di non capire la realtà delle cose e avverte un certo travisamento rispetto a quanto legge. È ciò che personalmente continuo a provare rispetto alla vicenda Grisenti. Ho letto che,archiviato il giudizio in Cassazione, la stessa ha confermato il reato di truffa nei confronti del Grisenti, mentre per le altre accuse ha stabilito che devono essere verificate in un altro giudizio. Dunque, ferma restando ancora una pendenza giudiziaria, io capisco che il geometra Grisenti è definitivamente condannato per truffa . Perché allora mi chiedo, a partire dai giorni seguenti la sentenza della Cassazione, il Grisenti è dipinto sui quotidiani come una persona innocente, falsamente accusata? Perché la stampa locale, tutta, ritiene che una condanna per truffa per un uomo politico vada sottaciuta? Perché non trova immorale che a lui si inneggi quale futuro liberatore del Trentino? Avendo il difetto di appartenere ad una generazione in cui chi, condannato anche per una truffa piccola, grande, mediana, chiedeva scusa e si ritirava a vita privata, perché esponendosi temeva giustamente di essere definito un truffatore, mi fa specie questa repentina santificazione a «luce e guida» dell' ex assessore, applaudito da un migliaio di persone alla presentazione di un suo nuovo partito. La cruda realtà è che dal punto di vista politico Grisenti si trova nello status di indagato per concussione e condannato per truffa. È vero che dopo un ventennio di caimani grandi e piccoli ormai abbiamo fatto il callo al peggio, ma mi resta difficile capire la logica dell'entusiasmo fra le persone presenti alla presentazione di Progetto Trentino, a meno che non sia quella che anche per loro, in virtù di una sancita spregiudicatezza, possa derivarne qualche futura fortuna politica ed economica.
La conferma in Cassazione della condanna per truffa aggravata di Silvano Grisenti, e il rinvio a processo per corruzione propria e tentata concussione, sono stati ampiamente e dettagliatamente riferiti nelle cronache dell'Adige, come anche degli altri quotidiani regionali.
Così pure da questo giornale - e non solo - è stato espresso un giudizio molto fermo, dal punto di vista politico ed etico prima che giudiziario, sui comportamenti disinvolti tenuti dall'ex assessore ed ex presidente dell'A22.
Ciò non toglie che in un Paese libero e democratico, in assenza di interdizione dai pubblici uffici, un politico condannato possa ripresentarsi alle elezioni e cercare il consenso riproponendo il proprio modo di fare politica. Sta eventualmente agli elettori esprimere la loro valutazione e bocciare chi ha dato prova di comportamenti eticamente e politicamente censurabili.
In Italia, differentemente da quanto avviene in tutte le democrazie liberali occidentali, chi è condannato trova anche chi lo vota, e spesso - purtroppo - i nostri rappresentanti politici non hanno brillato per fedine penali immacolate. Vedremo se i tempi sono cambiati o meno anche su tale versante.
Un giornale libero, però, non può non raccontare questo. E se alcune centinaia di persone si radunano per applaudire Silvano Grisenti e il suo modo di fare politica, questo costituisce una notizia e va raccontato.
Saranno le elezioni poi a dire qual è l'effettivo peso, politico ed elettorale, di Silvano Grisenti. Essendo parte integrante e simbolo del sistema che oggi dice di voler sostituire, probabilmente risulta assai poco credibile, al di là di qualche pezzo residuato di classe politica orfana di partito raccattata ad oggi dalla formazione messa in piedi dall'ex assessore.