Chi desidera Miss SmiT?
Si chiama Smit. Il nome non potrebbe essere più banale. Smit (in realtà con l'H finale) è uno dei cognomi più diffusi nel mondo che parla inglese. Smith è il nome con cui si registrano le coppie clandestine nei motel. Smith è il nome del ranger più famoso del mondo (sì, quello dell'orso Yoghi). E poi c'è il film con Bradgelina (Mr & Mrs Smith). Ma Smit per i trentini, in realtà, è una sigla (ancora poco nota), che per quanto banale possa essere (sì anche Tomasi è banale, come Rossi in Lombardia), è di grande importanza: Smit = Scuola (di) medicina in Trentino.
Il progetto di Medical School è promosso dalla Provincia autonoma e vede anche il coinvolgimento dell'Università di Firenze. È un progetto che non piace ai vertici dell'Università di Trento, che formalmente non è parte dell'iniziativa voluta dalla Piazza Dante e difesa strenuamente dall'assessore alla salute Ugo Rossi.
Rossi vuole Smit, mentre la rettrice Daria de Pretis vuole un modello alternativo (sta lavorando in questa direzione su delega del senato accademico). La Magnifica, docente di diritto amministrativo, ha detto: «Ricordo che la scuola di medicina (Smit) non è stata inserita nel piano triennale del Ministero».
Prima di lei a stroncare il piano provinciale ci aveva pensato il suo predecessore, Davide Bassi: «Un progetto non condiviso» aveva dichiarato all'Adige. E ancora: «Lacunoso nei contenuti, incerto nei risultati. E costoso: la Medical school costerebbe 20 milioni all'anno. Non dico che sia sbagliato in sé, ma si deve pensare, senza inutili accelerazioni».
L'Università di Trento chiede una scuola in collaborazione con Bolzano e Innsbruck. E l'assessore autonomista Rossi cosa risponde? «Per me va bene discutere su questo, ma è impensabile che qualcuno possa permettersi di porre dei veti (...) Il momento di riflessione dovrà servire appunto per confrontarsi e vedere i bisogni del sistema sanitario provinciale, anche se mi pare chiaro che la voce in capitolo da ascoltare sia soprattutto quella di chi dentro la sanità ci lavora e di chi ne porta le responsabilità a livello politico (azienda sanitaria, quindi la Provincia, e la giunta provinciale)».