Calcio e politica, l'Ettore furioso
Il greco Ettore lottò per salvare la patria, il chiesano Ettore lotta e combatte per rafforzare il sistema dilettantistico del calcio trentino. Dal 1998 in avanti, ad ogni competizione elettorale, più di un partito gli ha chiesto di candidarsi, ma Pellizzari ha sempre detto no. Stavolta, almeno così dice lui, nessuno si è ancora fatto avanti. Eppure la politica trentina avrebbe bisogno di un uomo così, che studia, si confronta, decide, tira dritto per la sua strada e dice quello che pensa. Lo ha fatto anche ieri: «L'assessore provinciale allo sport Marta Dalmaso - ha sottolineato - è una brava persona, preparata e competente. Ma a Bolzano l'attuale presidente della giunta provinciale è, da sempre, anche assessore allo sport. Questa è la considerazione che la politica altoatesina ha del proprio mondo sportivo. Sto parlando di Durnwalder e non serve che aggiunga altro». Ma altro, Pellizzari, ha invece voluto aggiungere: «La riforma della legge provinciale 21 non sosteneva le società sportive e non accoglieva nessuna delle richieste avanzate dalla nostra federazione, la più importante in Trentino. A dirlo sono i numeri, non io. Per fortuna la legislatura sta finendo e quella riforma non è passata in Consiglio provinciale». Se è successo, è anche perché la Figc, unica federazione trentina, si è presa la briga di analizzare i contenuti della riforma, contestandoli punto per punto, prima in commissione legislativa e poi con una presa di posizione pubblica. «Servirebbe - ha concluso l'Ettore furioso - una maggiore integrazione fra le leggi provinciali. Non è possibile che in Trentino, tramite i Piani giovani, si finanzino i corsi anche per quelli che scrivono sui muri, come è accaduto a Pergine, e le società sportive, che per un anno intero si occupano di formazione dei giovani, debbano accontentarsi di 4 mila euro». Qualcosa, forse, cambierà per lo sport trentino. Se solo qualcuno chiedesse ad Ettore...