Biancofiore, l'amazzone caduta da cavallo
Povera Michaela, si ritrova appiedata. Per essere più realista del re, il giorno del voto di fiducia, mercoledì scorso, l'onorevole e coordinatrice di Pdl-Forza Italia in Trentino, Michaela Biancofiore aveva confermato le sue dimissioni da sottosegretario del governo Letta assieme al sottosegretario Vicari, anch'essa del Pdl, mentre i ministri del suo partito - quei traditori - le avevano già ritirate. E per sottolineare questa sua presa di distanza si era persino seduta invece che negli scranni del governo in quelli dei senatori del Pdl (scegliendo quello di Berlusconi prima che lui arrivasse), mentre Letta chiedeva la fiducia al Senato
Povera Michaela, si ritrova appiedata. Per essere più realista del re, il giorno del voto di fiducia, mercoledì scorso, l'onorevole e coordinatrice di Pdl-Forza Italia in Trentino, Michaela Biancofiore aveva confermato le sue dimissioni da sottosegretario del governo Letta assieme al sottosegretario Vicari, anch'essa del Pdl, mentre i ministri del suo partito - quei traditori - le avevano già ritirate. E per sottolineare questa sua presa di distanza si era persino seduta invece che negli scranni del governo in quelli dei senatori del Pdl (scegliendo quello di Berlusconi prima che lui arrivasse), mentre Letta chiedeva la fiducia al Senato.
Il fatto è che quella mattina nel Pdl ci si aspettava che l'ira di Berlusconi contro Enrico Letta si traducesse in un conseguente voto di sfiducia al governo. Al che l'amazzone Biancofiore si sarebbe trovata nella posizione di chi ha anticipato i desiderata del capo.
Invece, il dietrofront di Silvio in aula non ha spiazzato solo il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, che aveva appena finito di dire che all'unanimità il Pdl aveva deciso di votare la sfiducia, ma anche la fedelissima Biancofiore, che si è trovata a dover votare la fiducia al governo dal quale poche ore prima - quanto mai - aveva deciso di confermare le sue dimissioni. In serata, però era convinta che quelle dimissioni sarebbero state cestinate insieme alla schiera di dichiarazioni antigovernative di Berlusconi e aveva dichiarato all'Adige: "Letta ha ringraziato anche i sottosegretari dimissionari di fatto respingendo le nostre dimissioni". Tutto rientrato.
Invece ieri, Enrico Letta ha chiarito di avere - viceversa - accettato le dimissioni di Biancofiore perché "dopo che i ministri le avevano ritirare lei le ha mantenute" e "per far capire che sono cambiate le cose". Come dire anche con questo atto che è finito il tempo delle minacce e delle "berlusconate".
Il presidente del Consiglio ha dunque accolto le dimissioni, confermate fino all'ultimo minuto dalla deputata altoatesina, che era entrata nel governo proprio su indicazione di Berlusconi. Ma lei è andata su tutte le furie, definendosi vittima di mobbing ed epurata.
Per una vola che era stata presa sul serio.