La democrazia a libro paga
Laddove a finanziare i partiti sono solo i privati (negli Stati Uniti, ad esempio), a governare sono i ricchi e le lobbies. Ora, non che i lobbisti non frequentino le stanze del potere anche in Italia. Ma non le frequentano tutte. Invece, con l'abolizione dei rimborsi elettorali...
Laddove a finanziare i partiti sono solo i privati (negli Stati Uniti, ad esempio), a governare sono i ricchi e le lobbies. Ora, non che i lobbisti non frequentino le stanze del potere anche in Italia. Ma non le frequentano tutte: in qualche stanza non entrano e, guarda caso, le voci che da lì escono sono quelle più attente alle fasce sociali deboli, all'ambiente, ai diritti.
Invece, il decreto che abolisce gradualmente i rimborsi elettorali ai partiti disegna questo scenario: tutti i membri della famiglia Berlusconi potranno donare 300mila euro e il proprio 2 per mille (che non è come il nostro...) a Forza Italia. Tutte le società che fanno riferimento in qualche modo alla famiglia e al gruppo Fininvest (e sono tante, una quindicina, più altre collegate direttamente o indirettamente) potranno donare allo stesso partito 200mila euro l'anno. Il gruppo della famiglia De Benedetti, vicina al Pd, potrebbe fare più o meno altrettanto col Partito democratico. Il gruppo Fiat probabilmente foraggerebbe i partiti al governo. I Moratti, i Caltagirone, le multinazionali con sedi in Italia, pure. Le società della mafia anche. Da fiduciarie estere e non potrebbero arrivare soldi, non sempre di provenienza certificata... Con buona pace di chi non sarà disposto a soddisfare interessi lobbistici, più o meno leciti.
Sicuri che abolire il finanziamento pubblico, che oggi costa a ogni italiano 1,30 euro all'anno, sia buona cosa? Sicuri che non sia meglio tagliarlo drasticamente (con rimborsi 1 a 1, invece che 5 a 1), imporre controlli contabili severi e stabilire che tutto quanto annualmente avanza torni allo Stato e dunque ai cittadini?