Oltre la decadenza, privi di decenza
Il fine perseguito da Renzi, di portare a casa le riforme giudicate essenziali per raddrizzare la nostra democrazia (un nuovo assetto costituzionale di Parlamento e Regioni, oltre a una nuova legge elettorale), giustifica che tra i mezzi usati per raggiungerlo ci sia anche un accordo col pregiudicato Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia?
Un'amica tosco-renziana mi scrive su Facebook, a proposito dell'inconto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che dovrei rileggermi "Il principe" di Nicolò Machiavelli (1513). Immagino si riferisca al passaggio in cui si dice che "nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi (...) si guarda al fine (...) I mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati". E il fine machiavellico è la ragion di Stato.
Dunque, dovrei capire che il fine perseguito da Renzi di portare a casa le riforme giudicate essenziali per raddrizzare la nostra democrazia (un nuovo assetto costituzionale di Parlamento e Regioni, oltre a una nuova legge elettorale, la cui bontà dovrà poi essere verificata) giustifica che tra i mezzi usati per raggiungerlo ci sia anche un accordo con Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia.
Ossia con l'ex nemico numero 1 del Pd. Il pluri-inquisito. Il condannato. Il pregiudicato. Il decaduto. L'interdetto dai pubblici uffici. Coui che tra pochi mesi dovrà scontare una pena residua di 1 anno, durante la quale non potrà rilasciare alcuna dichiarazione pubblica senza il permesso di un magistrato.
Va bene, lo ammetto, sono "un'anima bella" (presunto insulto ultimamente di moda rivolto a chi rifiuta le pastette): per me un pregiudicato, decaduto, interdetto, eccetera, eccetera, non può essere un mezzo per raggiungere qualsivoglia fine "alto".
Il principe Renzi forse il suo obiettivo lo coglierà, ma le mani ieri se le è sporcate un bel po', rimettendo in pista - fino a quando gli servirà, ne sono certa - un uomo che in qualunque Paese Nord-Europeo si sarebbe fatto da parte volontariamente, prima che il suo stesso partito lo invitasse a fare un passo indietro.
Figurarsi il partito che l'ha sempre avversato, fino a votarne compattamente la decadenza da senatore. Scordandosi però, un mese e mezzo dopo, che ci sarebbe anche la decenza, di cui tenere conto.