Nascere in Trentino è sicuro: anche a Tione?

Dino Pedrotti

Il momento della nascita è un momento molto rischioso e molto emozionante. È un momento su cui si concentrano le attese di una coppia che da mesi e mesi attende di fare la conoscenza visiva con un figlio.

Dal punto di vista “umano” deve essere favorito il primo dialogo tra genitori e figlio: c’è il diritto del bambino a ricevere “coccole e latte di mamma” e le mamme devono poter partorire, se possibile, nella comunità in cui risiedono. Ma su questo diritto prevale senz’altro il diritto alla vita del neonato.

Dal punto di vista “tecnico” la società deve essere ben organizzata, perché al nuovo cittadino sia garantita la massima sicurezza: è lui il più debole tra tutti i cittadini ed ha perciò i massimi diritti ad essere tutelato. I rischi più gravi vanno dalla morte del neonato ai danni che può subire (paralisi cerebrale e altri esiti negativi): tutti debbono sapere che in Trentino da vent’anni abbiamo dati molto positivi, a livello di quelli svedesi (e anche migliori!). È incredibile che in Austria, Svizzera, Germania, Olanda, Gran Bretagna i rischi arrivino ad essere addirittura doppi… Il parto in Trentino è nettamente più sicuro, in qualunque ospedale avvenga!

Anche a Tione e Cavalese, dove nascono solo 200-300 nati all’anno? Sì. Gli ostetrici trentini negli ultimi 30 anni ricoverano a Trento (o a Rovereto) tutti i casi ad alto rischio (“trasporto in utero”) e da 40 anni la Neonatologia assicura un trasporto neonatale ben organizzato e la formazione del personale in periferia. È vero che nel mondo si raccomanda di chiudere i centri dove nascono meno di 500 nati all’anno, ma non c’è documentazione che nascere a Tione o Cavalese sia stato finora più rischioso che nascere a Trento.

Per cui l’eventuale chiusura di Tione sarà sancita per motivi organizzativi ed economici più che a causa dei rischi per mamme e bambini. Per questi stessi motivi si è voluto chiudere la sala parto del San Camillo.

Su RTTR abbiamo parlato su questo tema nella serata del 20 marzo. Il problema più serio è quello di garantire sicurezza a mamme e neonati dei paesi di lontane vallate. Nella programmazione degli anni ’80-’90 erano giustificati i punti nascita delle vallate, in base alla necessità di garantire assistenza entro 60’ da eventuali emergenze ostetriche. Mentre da Castel Tesino a Trento si arriva in 60’ (per cui è giusto aver chiuso Borgo), da Storo e da Madonna di Campiglio si arriva a Trento in 90’, se non ci fosse Tione. E, se mancasse Cavalese, da Canazei si può arrivare a Bolzano in 90’ e in 110’ a Trento… Così occorrono 90’ per arrivare da Peio a Trento, se mancasse Cavalese.  Problemi che l’Assessore dovrà presto affrontare.

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