Il mondo diviso tra ipernutriti e affamati
Il mondo diviso tra ipernutriti e affamati
Quando era bello sedere a tavola tutti insieme. Quando i figli raccontavano le avventure della scuola durante il pranzo. Quando dalla zuppiera saliva il profumo degli spaghetti al pomodoro. Oggi sulla grande bilancia del mondo oscillano bambini ipernutriti e bambini dalla pancia gonfia di niente. Persone obese e persone succubi della dieta fai da te. Quintali di cibo spazzatura e quintali di bocche affamate.
Un'occasione per fare di tutto ciò il tema dominante del 2014 sarà certamente l'Expo col suo titolo che da solo raccoglie l'intero programma: nutrire il pianeta. Ci sarà modo di approfondire, di riflettere, dibattere e forse di rendersi conto di quanto sia importante potersi alimentare e alimentarsi correttamente, senza recar danno alla salute dell'uomo e senza violentare la terra. Un'azione educatrice risulta indispensabile a cominciare dalla famiglia e dalla scuola, per insegnare non solo come e cosa si deve mangiare - è quello che ha proposto ad esempio l'Istituto comprensivo di Riva agli alunni delle quarte classi elementari - ma anche per dire di chi mangiare non può a causa di una cattiva gestione del mondo che non distribuisce il cibo in maniera equa. Perché le cose bisogna raccontarle, spiegando con esempi, facendo sbattere contro una realtà che non è meno reale per il solo fatto di essere lontana.
È quando la teoria diventa concreta grazie alla forza dell'immagine evocata che si accorciano le distanze culturali e si favorisce la comprensione, primo passo verso la solidarietà. Ai ragazzi sarà utile parlare di cibo a chilometri zero o di specificità del territorio, ma è possibile che non capiscano se non si spiega che ogni regione coltiva prodotti tipici che non nascono nei barattoli e che fanno molto bene quando sono freschi. E se non si spiega come sia abbastanza assurdo veder intasare le autostrade da lunghe file di camion che trasportano al sud gli stessi articoli che da lì partono verso il nord. Concetti da sviluppare, ovviamente, spunto per lezioni di giusta alimentazione ma anche di educazione civica e di scienze e di ecologia. Una sinergia di materie che non dovrebbero essere separate da barriere invalicabili.
I dati sulla salute, tanto per cominciare, sono davvero allarmanti. Li ha illustrati recentemente per il Trentino, che purtroppo in questo non è diverso dalle altre regioni, il direttore del Centro per i disturbi del comportamento alimentare dell'Azienda sanitaria, dove attualmente sono all'attenzione 330 pazienti. Ma si sa che il fenomeno è molto più vasto e riguarda per la gran parte giovani dai 12 ai 25 anni colpiti da anoressia o da bulimia, disturbi che possono portare anche a conseguenze devastanti.
Dal 1° agosto al 31 ottobre il Trentino sarà presente nel padiglione Italia dell'Expo con un proprio stand. E durante quei mesi tra gli argomenti da affrontare non potrà non esserci appunto quello della salute in tutti i suoi aspetti. Si parlerà anche di altri dati allarmanti che si riferiscono all'obesità. D'accordo che in Italia sembra trattarsi di un'emergenza abbastanza contenuta, ma resta pur sempre il fatto che un quarto delle donne e un terzo degli uomini risultano quantomeno in sovrappeso. E che i danni siano limitati grazie a massicce dosi di farmaci contro il colesterolo o il diabete o l'ipertensione non risolve certo il problema alla base. I due versi della medaglia? Nei Paesi poveri la denutrizione riguarda un bambino su cinque, in America i bambini pesano in media cinque chili più di trent'anni fa e non già perché trent'anni fa non ci fosse nulla da mettere nel piatto. È che oggi troppo spesso viene scelto il cosiddetto cibo spazzatura.
Collegato a tutto ciò è il capitolo diete, che mai come in questi tempi fioriscono sulle ali della fantasia più sfrenata, riviste con rubriche d'ogni tipo, vip da imitare, illusioni di magie da inseguire. Cercasi un ritorno intelligente alla natura con equilibrio e buonsenso, perché è davvero imperdonabile giocare con la salute. L'Expo è un'ottima occasione per riflettere, ma alla fine dell'anno i battenti si richiudono. E resterà - si spera - la consapevolezza. Resterà - si spera - la voglia di ciascuno di non farsi del male.