L'appello alla pace delle donne Premio Nobel
Una delegazione di donne Premio Nobel per la Pace, in visita ai centri di accoglienza profughi in Serbia e Croazia, ha espresso rammarico per il fatto che il presidente francese, Francois Hollande, dopo le stragi di Parigi abbia fatto appello alla guerra e non alla pace. «Ci dispiace che il presidente Hollande non abbia fatto appello alla pace ma alla guerra totale dopo gli attacchi di Parigi», ha detto l’americana Jodi Williams, in visita oggi al campo di accoglienza di Slavonski Brod, in Croazia, con l’iraniana Shirin Ebadi e la yemenita Tawakkol Karman, anch'esse Nobel per la Pace. Obiettivo della loro missione appoggiare le organizzazioni umanitarie che lavorano a sostegno delle donne in Siria e delle donne profughe.
Anche dopo Charlie Hebdo e gli attentati di venerdì sera a Parigi, a distanza di anni dalle Torri gemelle, vale la pena riflettere su queste parole: c’è chi invita alla «pace», e non alla «guerra». Ma è ancora possibile fermare la guerra?
Il dubbio sorge legittimo, se si osserva che Vladimir Putin di fatto ha assunto il coordinamento delle operazioni militari, rafforzando l’offensiva militare contro l’Isis in Siria anche con i caccia bombardieri strategici, come ulteriore dimostrazione di forza, e cooperazione navale con i francesi, da trattare come «alleati», in vista di una possibile alleanza bellica. Del resto, è stata questa la risposta del leader russo alla conferma ufficiale che a far esplodere l’Airbus 321 russo nei cieli del Sinai è stata una bomba, mettendo così Mosca sullo stesso piano di Parigi, tra i bersagli del Califfato. E consentendo al leader del Cremlino, dopo il disgelo con Obama al G20 di Antalya, di riaccreditarsi in Occidente come protagonista della lotta all’Isis, archiviando il lungo isolamento per la crisi ucraina.
Putin ha colto la palla al balzo per affiancarsi alla reazione militare francese e punta a un’alleanza che, secondo una dichiarazione adottata oggi dalla Duma - il ramo basso del parlamento russo - dovrebbe mettere insieme tutti i Paesi europei, del Nord America e del Medio Oriente, chiamati a fare «un passo oltre le loro divergenze tattiche» per creare una coalizione anti terrorismo «come quella anti Hitler». E qualcuno parla (ancora) di appello alla pace.