Ma i 26 deferiti non sono dopati
Ma i 26 deferiti non sono dopati
Sui social network le sentenze sono partite subito: gli azzurri dell'atletica leggera sono tutti drogati e, ciononostante, non hanno mai vinto nulla. Bastano due paroline magiche - doping e antidoping - per allestire subito un tribunale marziale e sparare nel mucchio. Prima di parlare, e ancor più prima di giudicare, bisognerebbe però conoscere. Ed allora, lungi dal voler difendere chi ha sbagliato, sommessamente proviamo a fare un po' di chiarezza.
I 26 azzurri deferiti dalla procura antidoping del Coni non sono mai stati trovati positivi a un controllo antidoping. Nei loro confronti è stata avanzata una sorta di richiesta di rinvio a giudizio, che non è una sentenza, per «eluso controllo». Gli atleti che gareggiano a liello internazionale sono tenuti, ogni tre mesi, a dare comunicazione sulla propria reperibilità. Debbono, cioè, far sapere dove potranno essere rintracciati nei tre mesi successivi. I 26 incriminati, nella maggior parte dei casi, sono finiti sotto accusa non tanto per non essere stati presenti nei luoghi e nelle date indicate ma proprio per aver comunicato tardi, in modo errato o non aver comunicato per nulla la propria reperibilità. È un torto, sia chiaro subito, ma i fatti risalgono al 2011/12. Perché non sono stati ammoniti subito? Perché si è atteso il caso della positività di Alex Schwazer e, soprattuttto, la conseguente indagine della procura della Repubblica di Bolzano e dei carabinieri del Ros di Trento per verificare tutte le situazioni?
L'impressione è che se non si fosse mossa, tempestivamente e in forze, la magistratura ordinaria, nulla sarebbe accaduto. Ma il prezzo da pagare ora (2 anni di squalifica), a 3-4 anni di distanza dai fatti contestati (al punto che alcuni atleti nel frattempo si sono già ritirati e altri stanno per farlo), è davvero troppo alto. Con il risultato che Alex Schwazer, trovato positivo all'Epo, potrebbe essere in gara alle Olimpiadi di Rio 2016 mentre altri azzurri, finora sempre risultati puliti ad ogni controllo, potrebbero essere costretti a guardare l'ex compagno da casa in televisione.
Ultima notazione: nell'atletica, anche a livello internazionale, si sta facendo pulizia. La Russia è stata sospesa da tutte le competizioni, a breve potrebbe accadere lo stesso al Kenya. Siamo sicuri che, ciclismo a parte, nelle altre discipline sportive si stia agendo con lo stesso rigore? Davvero si pensa che negli sport di squadra, calcio in testa, il doping non esista?