Scivola la borsa di Madrid dopo le elezioni politiche di domenica. Una reazione che si poteva prevedere e che non lascia immaginare niente di buono, perché dopo il voto la Spagna si trova nel mezzo di uno scenario da incubo.

Sì, perché il voto ha portato al massimo dell’incertezza e quindi dell’instabilità: niente di peggio per un Paese in crisi come la Spagna. I Popolari del premier Rajoy vincono infatti le elezioni ma sono ben lontani dalla maggioranza: il Pp avrà diritto al primo incarico per formare il governo ma non ha i voti del Parlamento, a meno che non cerchi la strada della «grande coalizione». Ma questa ipotesi - al momento - sembra difficile da percorrere, perché sia il Pp che il Psoe la escludono. Vedremo se nelle prossime settimane le posizioni diventeranno più morbide ma va detto che molti degli osservatori spagnoli ipotizzano che tra due mesi si andrà di nuovo al voto.

E le nuove elezioni sono un altro scenario preoccupante, perché potrebbero portare a un esito non molto diverso da quello di ieri, considerato che in pochi scommettono sulla volontà del Parlamento di riformare la legge elettorale.

La rottura del bipartitismo, l’incertezza dell’esito elettorale, l’ingresso in Parlamento di forze che non sembrano disposte a partecipare a governi di coalizione (Podemos è contraria a ogni alleanza, Ciudadanos potrebbe trattare solo il Pp ma la loro intesa non sarebbe comunque sufficiente) sono elementi che preoccupano: la Spagna non ha bisogno di lunghi mesi di stallo.

Nemmeno l’Italia avrebbe bisogno di uno scenario del genere: ma l’Italicum, con tanti aspetti negativi tra cui le liste «bloccate», avrebbe portato al ballottaggio tra Pp e Psoe e quindi a un sicuro vincitore. Non è poco.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"764416","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"2576","width":"3072"}}]]