La neve che non c'è e il viagra-sciatore
La neve che non c'è e il viagra-sciatore
Ci siamo, è Natale. Quest'anno ho chiesto a Babbo Natale la neve. Mi manca la neve. Non tanto perché ami sciare, ma perché mi commuovo a vedere gli albergatori felici. E poi mi piace guardare i turisti che cammino come tirannosauri rex per via degli scarponi. Gli sciatori si dividono in due categorie: autoctoni e foresti. Tra i foresti, quelli migliori sono i romani; vorrebbero gli impianti di risalita aperti tutta la notte come l'autogrill e soprattutto che arrivassero fino alla reception, perché a uscire fuori fa freddo. Ma c'è un elemento che accomuna tutti gli sciatori provenienti dalle grandi città: meno sanno sciare e più hanno attrezzature costose. Li vedi che irrompono sulle piste bardati come Peter Fill e poi se ne stanno tutto il giorno al chiosco a bere bombardini e vin brulé. L'unico rischio che corrono è scottarsi la lingua.
Indossano tute aderentissime, fascianti, che se non hai un fisico da Cristiano Ronaldo fai la figura di una mortadella nel tetrapak. Ieri a Moena si è presentata in pista una tizia che sembrava uno dei Fantastici 4: tuta blu con righe fluorescenti, caschetto con la telecamera, scarponi col collegamento internet, sci con le lucette, ha fatto un respiro profondo e si è lanciata.. a spazzaneve. Col marito di fianco che la reggeva per un braccio e il figlio che la precedeva sulla slitta sparando lanciarazzi e gridando «attenzione che scende mia mamma!». Scendeva così lentamente, che ha dovuto fare lo stagionale anche per una discesa sola. Sul casco aveva una targhetta magnetica di quelle che si usavano una volta sulle auto, ma il messaggio era opposto: "corri, pensa a noi". Un altro indumento importante sono gli scarponi.
L'ultima novità sono quelli termici con la resistenza che ti riscalda lo zampone. Il problema è che se non c'è campo devi usare il cavetto. Ho visto un tizio sciare con una prolunga di 20 km, sembrava la centrale di Sanza Massenza in movimento. Uno di Pinzolo gli ha allacciato un cavo agli sci e ci ha alimentato l'albergo per due settimane. E poi, purtroppo, c'è anche chi ha il pane ma non ha i denti, come mio cugino panettiere che scia bene ma non può permettersi abiti firmati. Gli amici lo chiamano «il viagra sciatore» perché va a sciare in jeans, e appena si bagnano lasciano sulla neve una striscia blu. Ieri in panificio si è fatto un casco con la crusca. Era contento perché finalmente ha un casco integrale.
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