Sesso solidale? Va bene, ma desessizzato
Sesso solidale? Va bene, ma desessizzato
Viviamo un’epoca strana. Una volta i bambini non dovevano fare così tanti vaccini; ma pare che oggi ci siano nuove malattie.
O meglio, le malattie sono quelle di cento anni fa, ma sono state migliorate. In termine tecnico si chiama upgrade. La domanda però rimane la stessa: se invece di immunizzare i bambini, vaccinassimo chi le porta quelle malattie, pare brutto? È come costringere i tuoi famigliari a girare per casa con la giacca a vento perché ti pare brutto spegnere l’aria condizionata. Mah. Oggi a fare dei discorsi sensati passi per alternativo. Una volta quelli diversi erano chiamati alternativi, oggi va così di moda essere alternativi che i veri diversi sono quelli normali.
Il fatto è che tutti vogliono fare gli originali e così si omologano. Ad esempio, oggi va di moda il caffè, ma decaffeinato, il thè ma deteinato, la birra analcolica, il latte senza lattosio. Mi chiedo se chi ordina un tè deteinato non farebbe prima a prendersi una birra analcolica. Ultimamente sono di moda delle parole che puoi mettere dove vuoi e vanno bene. Per esempio «solidale». Adesso si vendono bibite solidali, tabacco solidale, mine antiuomo solidali... Sicuro che se confessi: «Ho commesso un assassinio solidale», il giudice dirà: «Ah bene, se è solidale…». Qualcosa di simile si ha con la parola «genetico». Oggi quando non sai come giustificare qualcosa, basta dire che è genetico: «Signora suo figlio in classe si tocca!” “Beh è genetico, lo fa anche suo papà».
Altro caso è il termine «biologico». Pomodori e cetrioli sono sempre stati pomodori e cetrioli, ma adesso te li vendono «biologici», come se prima li coltivassero in acciaieria. L’altro giorno ho visto un cartello «trote km 0» e sotto, a mano: «A un chilometro». Beh, decidetevi! Al contrario, ci sono situazioni in cui le parole sono sempre difficili da trovare. Ad esempio quando non sai come dire alla tua compagna che vorresti fare sesso.
Chiaramente non puoi essere troppo esplicito perché serviresti al nemico il coltello dalla parte del manico. E alla fine finisci con lanciarle frecciatine alle quali lei risponde con altre: «Andiamo a letto presto?» (che significa che vuoi); «Sì, perché sono stanca» (che significa che non vuole); «Allora ti faccio un massaggio» (che significa che vuoi); «No, che ho la schiena a pezzi» (che significa che non vuole). Come ultimo tentativo le dici: «Vuoi qualcosa?» (che significa che vuoi) «No» (che sebbene ti sembri una bugia, significa che non vuole). In questi casi c’è un metodo infallibile. Le dici: «Siccome per noi maschi è una cosa genetica, ti va di fare sesso desessizzato e solidale?» E lei dice: «Ah bene, se è solidale…».