Integratori: ecco come vanno usati
Integratori: ecco come vanno usati
Negli ultimi dieci anni la spesa per gli integratori alimentari è più che raddoppiata, passando da 1,3 miliardi di euro nel 2008 ai 2,9 miliardi del 2017.
Negli Stati Uniti, la patria degli integratori, il mercato vale oggi circa 30 miliardi di dollari! In Italia nel 2017, il 65 % della popolazione adulta ha utilizzato almeno un integratore.
Sempre più frequentemente la gente decide autonomamente che cosa acquistare, e se la stragrande maggioranza degli acquisti avviene in farmacista, in una parafarmacia o in erboristeria, nel 10% dei casi l’acquisto viene effettuato su internet.
Per multivitaminici, integratori di sali minerali, ricostituenti vari e prodotti per migliorare le performances sportive o la memoria, spendiamo circa un miliardo di euro. I restanti 2 miliardi se li spartiscono: i fermenti lattici, in forte crescita di vendite, prodotti come il riso rosso fermentato e gli omega 3 per ridurre il colesterolo, prodotti per migliorare la mobilità articolare, per «aumentare» le difese immunitarie, per le gambe pesanti, per la digestione, per i disturbi delle vie urinarie, per i disturbi del sonno, per l’ansia, per il controllo del peso, per la cellulite o semplicemente a scopo depurativo.
Ma servono veramente tutti questi integratori? Per molti di quelli che vantano «effetti speciali» avrei qualche dubbio ma i multivitaminici probabilmente sì.
Gli integratori secondo la definizione della normativa vigente sono «prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali vitamine, e sali minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo ….».
Per anni e anni abbiamo sempre affermato che una dieta bilanciata, sana e variegata fornisce la copertura di tutte le vitamine e di tutti i sali minerali. Il problema è che oggi non sappiamo più quello che mangiamo.
Mangiamo sempre più frequentemente cibi conservati, surgelati o verdure fresche coltivate in paesi lontani e magari in serra: l’inverno le verdure arrivano dall’Olanda, dal Marocco, dalla Spagna, mangiamo la frutta tutto l’anno che arriva sulle nostre tavole magari dopo viaggi transatlantici. Ad esempio, le banane vengono raccolte immature e fatte maturare solo una volta arrivate a destinazione, dopo un viaggio di 3-4 settimane. Le mele le raccogliamo in autunno ma vengono consumate in apparenti ottime condizioni anche a distanza di 8-10 mesi.
Ma siamo sicuri che una banana raccolta immatura o un qualsiasi frutto, seppur conservato in maniera ottimale per dei mesi nelle celle frigorifere, abbiano mantenuto le stesse concentrazioni di vitamine dichiarate dalle tabelle nutrizionali? Io non ne avrei la certezza.
Ribadendo la fondamentale importanza di consumare cibi freschi, di stagione, possibilmente appena raccolti, coltivati il più vicino possibile a voi e sottolineando che un integratore non potrà mai sostituire il vostro stile di vita sano, è d’altra vero che non sempre è possibile mangiare in maniera ottimale, dunque io sono convinto che integrare periodicamente vitamine e sali minerali possa essere un beneficio per il nostro benessere e la nostra salute.
Non dovete pensare che un integratore vi metta al riparo dallo sviluppare malattie come il cancro, l’aterosclerosi o l’Alzheimer. L’integratore non deve costituire un alibi ai vostri comportamenti scorretti, del tipo: prendo l’integratore così posso fumare. L’integrazione serve semplicemente ad offrire un’opportunità al nostro corpo di fare scorte di certe vitamine o di certi sali che talvolta non sono assunti in quantità sufficiente. Il nostro corpo sa meglio di chiunque altro quello di cui ha bisogno e sa anche come difendersi dalle malattie, noi dobbiamo però fornirgliene gli strumenti.
Vediamo come fare una corretta integrazione con un multivitaminico.
È sempre opportuno farsi consigliare dal vostro medico o dal farmacista quale possa essere il prodotto più giusto per le vostre caratteristiche e le vostre esigenze. Verificate che l’integratore non presenti delle incompatibilità con il vostro stato di salute o con la terapia farmacologica che state effettuando. Non fidatevi della pubblicità che ha solo lo scopo di vendere e spesso è ingannevole.
L’integrazione va fatta ciclicamente. Per un adulto sano possono essere sufficienti 15-20 giorni di integrazione 1-2 volte all’anno. Per un giovane, in fase di accrescimento, che magari pratica dello sport, potrebbe essere untile farla più frequentemente, anche 3-4 volte all’anno.
Allo sportivo l’integrazione non serve per migliorare le sue performance ma ha piuttosto uno scopo «protettivo». Lo sportivo consuma una maggior quantità di vitamine e con la sudorazione perde più facilmente sali minerali importanti, quali ferro, zinco, potassio e magnesio ed inoltre necessita di una maggior quantità di vitamine antiossidanti, perché l’attività sportiva produce una grande quantità di radicali liberi, quelle sostanze che oggi sono ritenute responsabili di numerose malattie croniche, che sono neutralizzate dalle vitamine A, C ed E.
Mantenere costantemente un’integrazione non ha senso per due motivi: il primo è che il nostro organismo ha la capacità di immagazzinare le vitamine e normalmente ha delle riserve che gli coprono normalmente almeno 2-3 mesi di mancata assunzione, continuare quindi non farebbe che arricchire feci e urine di vitamine.
Se l’organismo non ha bisogno di una sostanza non la assorbe e la lascia transitare lungo l’apparato digerente e se venisse assorbita, la eliminerebbe con le urine.
La seconda ragione per cui è inutile, se non addirittura controproducente non interrompere mai l’integrazione, sta nel fatto che i periodi di sospensione servono per consentire al nostro corpo di «scegliere» autonomamente che cosa assorbire dall’intestino. Questo vale soprattutto per oligoelementi come il selenio, il cromo il molibdeno, e via dicendo, tutti minerali che spesso utilizzano la stessa porta d’entrata dentro le cellule.
Io consiglio di prendere gli integratori a pasto, perché molte volte le alte concentrazioni di sali e di vitamine a stomaco vuoto potrebbero essere irritanti sulla mucosa dello stomaco. Durante il pasto invece l’integratore viene rimescolato col cibo e non rimane pertanto costantemente adeso alla parete dello stomaco.