Ricerca: perché Trento è un’eccellenza
Ricerca: perché Trento è un’eccellenza
Giovedì scorso ho assistito con una particolare coinvolgimento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Trento. Dopo quasi cinque anni di impegno scientifico e gestionale all’ Agenzia Spaziale Italiana, a livello nazionale ed internazionale, rientrare a partecipare con maggiore energia alla vita dell’ateneo trentino mi stimola ad osservare con particolare attenzione a quel delicato equilibrio che è necessario nel rapporto fra le istituzioni accademiche e di ricerca ed il tessuto socio-politico.
Questo evento è da sempre uno dei momenti salienti della vita dell’Ateneo perché offre alla attenzione pubblica con la usuale cadenza annuale una celebrazione dei fondamentali della autonomia universitaria.
Un’ autonomia che riconosce valore centrale alla lectio, affidata ad una eccellenza sul piano della ricerca, che testimonia la preminenza della conoscenza e della trasmissione del sapere rispetto ad altre logiche. Un contesto che accosta alla voce dei professori quella degli studenti, che scelgono di condividere la fatica della formazione e della crescita nel percorso tracciato dalla comunità scientifica. Una autonomia necessaria per difendere un bene comune condiviso dagli studenti, necessario ricambio di una società che guarda al futuro, dai colleghi, generosi didatti e ricercatori appassionati, via via per gradi sempre maggiori di responsabilità, fino al rettore, in una logica di autogoverno.
Si tratta di un bene comune patrimonio di un territorio come il Trentino che con la ricerca cresce e di un paese che con la ricerca libera alimenta innovazione e sviluppo. L’autonomia universitaria che è nata nel medioevo come organizzazione di insegnanti ed allievi uniti dalla passione per l’indagine e dalla ricerca della conoscenza, gelosi delle libertà delle istituzioni didattiche e culturali, aperti a comunicazioni, scambi ed elaborazioni condivise su tutto il continente europeo. Essa si è sviluppata nei secoli nella costante tensione fra la indipendenza e irriducibilità degli orizzonti scientifico-culturali ed il rapporto con le autorità politiche ed i poteri locali e centrali.
L’Università è una comunità di persone che opera attorno a valori importanti come merito, formazione e ricerca, con una tradizione che è di cinquant’anni a Trento, ma secolare in altre sedi, caratterizzata da autogoverno ed indipendenza nell’interesse della crescita culturale, scientifica e professionale della società. Senza l’Università non si formano le competenze che sono alla base della gestione della cosa pubblica, della società e dell’economia di un paese moderno. Nell’ultima decina di anni l’ambito accademico italiano ha certamente perso centralità e risorse a livello nazionale; più di recente la demagogica pretesa di considerare irrilevante la preparazione e la conoscenza dei problemi rispetto alla visibilità mediatica ha ulteriormente appannato l’apprezzamento di parti dell’opinione pubblica nei confronti della scienza e delle istituzioni deputate alla ricerca e, conseguentemente, l’attenzione da parte di alcuni settori della politica. C’è da augurarsi che questa tendenza si inverta.
Ma nemmeno in questa situazione l’Università smette di essere oggettivamente una enorme risorsa, che finisce per essere decisiva quando si debbono affrontare questioni che richiedono rigore e capacità previsionali e gestionali. L’Università è un ambito unico in cui l’esperienza dei maestri viene trasferita agli allievi, luoghi dove magari non si produce immediatamente un ritorno economico ma dove piuttosto si preparano le menti più giovani a svolgere attività che avranno un grande rilievo economico, dotandole delle capacità di analisi e gestione di quei processi complessi senza la quale un paese moderno è destinato al declino. Ignorare questa risorsa, sminuirla o condizionarla ad interessi estranei a queste funzioni di interesse pubblico rende un paese più povero, meno degno di collaborare e competere con altri sistemi paese.
Il Trentino può andare ben fiero sia per l’eccellente valutazione Ava dell’Anvur ottenuta di recente dalla nostra Università, sia per le ricadute lavorative che i nostri laureati producono sul nostro territorio ma anche in Italia ed in Europa. Questo risultato sottolinea il valore di quanto è stato fatto in tutti questi anni dal nostro mondo accademico e deve stimolarci a continuare per fare ancora meglio. Difendendo con convinzione l’autonomia universitaria che permette di raggiungere i più alti livelli di prestigio culturale e mantenendo un prestigio di culture e di conoscenze che giustifica e sostiene l’autonomia di questo nostro gioiello, l’Università di Trento.
È quindi necessario operare per garantire i necessari spazi per assicurare da una parte la libertà intellettuale caratteristica della ricerca delle sue modalità di validazione da parte della comunità scientifica, dall’altra le esigenze dell’attività di alta formazione, innovazione e sviluppo espresse dal mondo economico e sociale attraverso la rappresentanza politica, in modo da porre a tutti gli effetti e nel modo più efficace l’università a servizio del territorio, del paese e della comunità tutta in un mondo sempre più interconnesso.