Clima, la scelta discutibile di attaccare chi segnala il problema
Il benaltrismo ci seppellirà. Tanti critici nei confronti di Greta Thunberg hanno scelto, soprattutto sui social, di ribattere con foto di bambini sfruttati e denutriti ad uno deI suoi slogan più duri: «Ci state rubando il futuro». Foto di bimbi e ragazzini corredate di didascalie come questa, tra le più sprezzanti: «A loro chi ha rubato i sogni e l’infanzia?»
Tralasciando il fatto - peraltro non secondario - che sotto sotto la risposta potrebbe essere convergente, sia nel caso dello sfruttamento dell’infanzia che dei cambiamenti climatici, lascia senza parole vedere come in tanti si lascino andare così facilmente al solito, odioso, tremendo benaltrismo.
Di fronte a qualunque problema del mondo ci sarà sempre un problema più grave. Di fronte a ghiacciai che scompaiono lentamente, nessuno dubita del fatto che sia più drammatico vedere bambini morire di fame quotidianamente. Quello che non si capisce è perché vengano sfoderati drammi dell’umanità per denigrare chi sta cercando di affrontare altri drammi dell’umanità. Il benaltrismo è un male profondo, molto italiano e non solo. Un accomodante metodo per evitare di affrontare i problemi, ché tanto ve ne sono di peggiori da risolvere e più urgentemente.
Ognuno ha la propria personale scala di valori e priorità, nella quotidianità. Ma è davvero triste vederle contrapposte le une alle altre, in uno scontro sterile, superficiale, inutile, dannoso. Ed ancor più frustrante è vederle utilizzate per deridere o svilire chi ci sta solo dicendo che è ora di svegliarsi, se vogliamo davvero che un famoso “mondo da lasciare ai nostri figli e nipoti”, possa ancora esistere, tra cinquanta o cent’anni.
L'acredine con cui da mesi ci si sta lasciando andare ad attacchi contro Greta è inspiegabile. Può ispirare simpatia o antipatia, si può essere convinti della sua buonafede o pensare liberamente che sia manovrata da chissà quali poteri forti, ma in fondo tutti dovremmo soltanto esserle grati. Perché sta invitando a riflettere su un problema reale. Scegliere di fermarsi alla contestazione della sua figura o chiederle soluzioni, appare una scelta davvero poco lucida, poco comprensibile. Questa sedicenne e i ragazzi che ha saputo coinvolgere ad ogni latitudine, hanno semplicemente deciso di fare di tutto per sbattere sui tavoli di tutto il mondo una questione che riguarda tutti noi. Chiedendo a chi se ne può e deve occupare di farlo, subito e per davvero.