Selfie di carta... per i più piccoli: è domenica, ecco gli albi illustrati
Selfie di carta... per i più piccoli: è domenica, ecco gli albi illustrati
In queste giornate difficili e senza dubbio dai ritmi rivoluzionati, anche il nostro e vostro blog non poteva fare eccezione.
E allora, di domenica, spazio non ai librai ma alle scuole. Solitamente chiuse nel fine settimana, aperte in questi giorni con la didattica a distanza e "aperte" anche per voi, con i consigli letterari, proprio di domenica.
I testi di oggi sono dunque rivolti ai bambini e sono proposti da Desirèe Rossi, dell'istituto comprensivo Trento 6.
Non solo adulti, anzi: queste sono settimane in cui far scoprire, riscoprire o continuare a far amare i libri a bambini e ragazzi è opportuno, se non necessario: tra un gioco, una chiacchierata, un cartone o un film, un libro è una delle migliori proposte anti-noia, no?
«I libri sono in questi giorni per i piccoli una boccata d’aria fresca, magari per disintossicarsi da tablet e smartphone. Un rituale che dovrebbe essere quotidiano in condizioni normali ma non sempre può essere così: ora però che il tempo libero s’intensifica necessariamente, non ci sono più scuse. In questi giorni non c'è spazio per la famosa frase che tutti noi genitori pronunciamo spesso, "Ora non ho tempo”»
Ci proponi un preciso genere: quello degli albi illustrati.
«Mi sono avvicinata all’albo illustrato per lavoro, facendo la maestra dell’infanzia e considerandolo uno strumento come tanti altri, un’attenzione dedicata ai bambini e alle bambine, un modo per attivare il loro pensiero e la loro parola, possibilmente in modo collegato. Ma negli albi illustrati ho scoperto molto più: parole e illustrazioni diventano un tutt’uno e si completano a vicenda in un linguaggio nuovo e originale…dove non arriva la parola ecco che l’immagine è veicolo di significato…un significato che arriva a tutti indipendentemente dall’età e che viene elaborato da ciascuno in modo diverso… bellissimo poi quando alla fine ci si scambia qualche battuta e si scopre che la storia tu l’avevi immaginata diversa (e a volte ci azzeccano molto di più i bambini)».
I loro punti di forza, secondo te?
«Ogni volta che rileggi un albo ne comprendi un pezzetto in più che prima ti era sfuggito, ecco perché è bellissimo aprirli più volte e questa magia non è solo per i bambini…lo stesso vale anche per l’adulto. Ci sono albi che per la loro intensità diventano approcci filosofici per tutti e l’illustrazione una forma d’arte sintonica perfettamente integrata, mi piace pensare a scrittore e illustratore che riescono a raggiungere in due questa affinità».
Vai con i tuoi consigli, dunque.
«Il primo suggerimento è La valle dei mulini di Noelia Blanco e della strepitosa illustratrice Valeria Docampo (Terre di Mezzo). È il classico caso di “innamoramento a prima vista per l’immagine”, a cui si unisce una favola moderna che è un inno a non smettere di sognare, a impegnarsi in quello in cui si crede e al potere della creatività umana. Della stessa illustratrice fantastici anche Il piccolo principe e La grande fabbrica delle parole, raccontati da Agnès de Lestrade.
La mia seconda scelta è La città dei lupi blu, di Marco Viale (Giralangolo), perché un libro deve anche divertite e questo è proprio libro che quando lo inizi ti fa fischiettare assieme ai suoi personaggi non sapendo ancora dove ti porta.
La terza proposta è SEB E Seb e la conchiglia, di Claudia Mencaroni (Verbavolant). Lo suggerisco visto il particolare formato di questo libro che dà la possibilità di leggere una storia che avanza attraverso le pieghe dell’unico foglio di cui è composto; è infatti parte della collana dei Libri da Parati. Le illustrazioni di Luisa Montalto sono realizzate con la tecnica cinese tradizionale a pennello di bambu’ e mantengono con straordinaria dolcezza il rispetto per l’intensità e la densità degli affetti ed emozioni trasmessi attraverso le parole della storia. Non solo affetti ed emozioni…questo libro mi colpisce per la capacità di far percepire le sensazioni dei personaggi.
Ecco il mio passaggio preferito:
Mi resta la sabbia tra le dita.
Seb l’annusa,
la sfrega contro una guancia.
Poi mi afferra per un polso,
mi guarda profondo.
E mi dice non ci perdiamo.
Io gli dico non ci perdiamo.