Tre Cime di Lavaredo, ecco come si ridurrà l'afflusso di vetture
Si prevedono la prenotazione online, l'aumento dei pedaggi per le auto da Misurina, un sistema potenziato di bus navetta. Sul medio termine si ipotizza anche una cabinovia, sempre dal versante bellunese, con la conseguente chiusura del parcheggio e della strada che conduce al rifugio Auronzo
PROTESTA «Turisti andate a casa», sfregio sulle Tre Cime di Lavaredo
TRAFFICO Troppe auto e code alle Tre Cime di Lavaredo
TRENTO - Si discute di nuove misure per gestire l'afflusso turistico alle Tre Cime di Lavaredo, seguendo l'esempio del lago di Braies. Tra le soluzioni più accreditate: un tetto massimo alle auto, l'accesso solo su prenotazione da Misurina (Belluno) e l'introduzione di un ticket.
L'argomento è stato al centro di un incontro ad Auronzo di Cadore, tra i relatori figuravano anche il presidente del Cai, Carlo Alberto Zanella, in rappresentanza dell'Alto Adige, e Luigi Casanova, storico esponente ambientalista e ai vertici di Mountain Wilderness.
Il sindaco di Auronzo, Dario Vecellio Galeno, ha ribadito la necessità di contrastare il fenomeno dell'overtourism con interventi concreti già a partire dalla prossima estate.
I numeri parlano chiaro: nei giorni di punta si registrano fino a 13.000 arrivi, con una media stagionale di 8.000-10.000 presenze quotidiane. Le opzioni in esame prevedono la prenotazione online, un aumento dei pedaggi per i mezzi privati e l'implementazione di un sistema di bus navetta. Sul medio termine si ipotizza anche la realizzazione di una cabinovia da Misurina, con la conseguente chiusura del parcheggio e della strada che conduce al Rifugio Auronzo.
Liberare le Tre Cime di Lavaredo e Monte Piana dalle auto private e dalle motoslitte sembra essere un obiettivo prioritario. "Dobbiamo guardare ad altri esempi di successo – spiega Casanova – come il Lago di Braies, l'Alpe di Siusi, Gardeccia, Tovel, la Valle di Genova e il Col de Nivolèt". Tra le possibili soluzioni emergono navette pubbliche e private, parcheggi regolamentati e nuovi impianti di risalita. "A tutto c'è un limite – sottolinea Casanova – e la montagna ce lo insegna con severità. Serve attenzione e conoscenza per capire che l'uomo non è onnipotente e che le leggi della natura non possono essere violate". Il rispetto per il territorio è fondamentale: dalle praterie ai boschi, dalle sorgenti ai pascoli, tutto deve essere gestito in modo sostenibile. "Diamo il giusto valore a questa parola – rispetto – in tutte le sue declinazioni, a partire dalle Tre Cime e dall’area del Monte Piana".
Per concretizzare queste misure, secondo Casanova, è necessario il coinvolgimento della Fondazione Dolomiti Unesco, unico ente sovraregionale in grado di mediare tra interessi e visioni differenti. "Il nostro obiettivo è chiaro: liberare le Tre Cime dalle auto e dai mezzi a motore, compresi quelli invernali e i voli turistici. Vogliamo restituire la montagna alla natura, al silenzio e a un’esperienza autentica e rispettosa". L’impegno è quello di trovare un metodo condiviso per garantire un futuro sostenibile a uno dei simboli più iconici delle Dolomiti.