Alimenti che gonfiano: ecco i Fodmap
La sindrome dell’intestino irritabile (Ibs) è una condizione cronica caratterizzata da sintomi gastrointestinali e interessa dal 10 al 20% della popolazione
La sindrome dell’intestino irritabile (Ibs) è una condizione cronica caratterizzata da sintomi gastrointestinali come dolore addominale, gonfiore, diarrea e/o stitichezza. Interessa dal 10 al 20% della popolazione.
Tra i vari trattamenti in atto per ridurne i sintomi (farmaci, fitoterapia, tecniche antistress), la modifica della dieta risulta fondamentale. Tra le diete proposte quella Fodmap è sicuramente una delle più utilizzate.
I Fodmap (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols) sono carboidrati a catena corta che vengono scarsamente assorbiti nell’intestino tenue. Quando questi raggiungono il colon vengono fermentati dai batteri intestinali, producendo, se in eccesso o in caso di disbiosi, gas, e richiamando acqua nell’intestino, con peggioramento dei sintomi del colon irritabile.
In che alimenti si trovano
I Fodmap includono una varietà di zuccheri e altre sostanze fermentabili presenti in molti alimenti comuni. I fruttani, presenti nel grano, nella cipolla e nell’aglio e i galattani presenti nei legumi come fagioli e lenticchie in particolare. Il lattosio, presente nei latticini. Il fruttosio, presente in frutta come mele, pere e miele. Sorbitolo e mannitolo, presenti in alcuni frutti e verdure e utilizzati come dolcificanti a livello industriale. La dieta a basso contenuto di Fodmaps consiste in una fase di eliminazione nella quale si eliminano gli alimenti che li contengono in quantità apprezzabile, una fase di reintroduzione, nella quale si verifica anche quali di questi siano più disturbanti, e una fase di mantenimento.
Quest’ultima permette di personalizzare la dieta per il paziente, evitando inutili restrizioni alimentari.
Indicazioni e benefici
Numerosi studi hanno dimostrato che una dieta a basso contenuto di Fodmap può ridurre significativamente i sintomi del colon irritabile. I benefici includono una riduzione del dolore addominale, del gonfiore e della frequenza della diarrea.
Controindicazioni e limitazioni
Nonostante i benefici, la dieta a basso contenuto di Fodmap non è priva di controindicazioni e limitazioni. La principale critica è che può risultare restrittiva e complessa da seguire. Una dieta così può portare a carenze nutrizionali, in particolare di fibre, calcio e altre vitamine e minerali essenziali. Un’altra preoccupazione è che la dieta può alterare il microbiota intestinale. I Fodmap fungono da prebiotici, nutrendo i batteri benefici nel colon. Una riduzione prolungata dell’assunzione di Fodmap riduce la diversità e la quantità di batteri benefici, con possibili effetti negativi sulla salute intestinale e, a lungo termine, sulla salute in generale. Diventa quindi importante evitare regimi alimentari rigidi per tempi prolungati.
A mio giudizio conviene, sotto controllo di un professionista, prima verificare di non trovarci di fronte a casi frequenti di intolleranze alimentari vere e proprie, come l’intolleranza al lattosio, o al fruttosio, o la gluten sensitivity, una volta esclusa la celiachia. Essere però consapevoli degli alimenti ad alto contenuto di Fodmap e delle alternative a basso contenuto è cruciale. Anche tenere un diario alimentare e dei sintomi può essere utile per identificare i cibi che causano problemi specifici. Questo è particolarmente importante durante la fase di reintroduzione.
Consigli utili
Bilanciare la dieta assicurandosi di consumare una varietà di alimenti nutrienti per mantenere una dieta equilibrata. Includere alimenti ricchi di fibre a basso contenuto di Fodmap, come carote, zucchine, lattuga, cetrioli e proteine come pollo, pesce, uova e tofu. Essendo un effetto cumulativo diventa importante capire la quantità e anche quali Fodmap la singola persona sia in grado di assumere senza avere conseguenze sgradevoli. Una mela al giorno leva il medico di torno, ma due o tre, in persone predisposte, possono determinare problemi intestinali. Un discorso a parte meritano i cereali. Se si levano i cereali senza glutine, si ha spesso un importante miglioramento. Il glutine non è un Fodmap, ma il grano, con la segale e l’orzo, contengono Fodmap; quindi, anche se non si è celiaci, o non si ha una gluten sensitivity, l’utilizzo di cereali senza glutine porta ad un miglioramento importante dei sintomi. Tra i cereali senza glutine attenzione comunque all’amaranto, preferendo riso, mais e quinoa, miglio e grano saraceno. Il pane di farro con lievito madre risulta più accettato, in quanto il lievito madre presenta microrganismi che digeriscono i fruttani (Fodmap) presenti nei cereali. E come al solito, attenzione ai cibi confezionati che possono contenere elevate concentrazioni di Fodmap (latte in polvere, mannitolo, sorbitolo, fruttosio).
Fabio Diana
Specialista in Medicina Interna e Medicina dello Sport
www.fabiodiana.it