Sopravvivere all'adolescenza... dei figli
Sopravvivere all'adolescenza... dei figli
La vita è fatta di tappe molto difficili, un mio amico sta attraversando una delle peggiori: l'adolescenza. Non la sua, quella del figlio. Il piccolino che prima ritornava da scuola e lo assillava con racconti su compagni di classe, bidelli e professori, adesso non apre bocca. Ha smesso di parlare, proprio come si smette di fumare da un giorno all'altro. Quando rientra da scuola, striscia nella sua stanza in silenzio e non si sa cosa faccia lì dentro. Probabilmente non gli va che qualcuno lo veda perché si sta trasformando, come i bruchi.
D'altra parte, come potrebbero non essere strani gli adolescenti, se ogni parte del loro corpo inizia a crescere per conto proprio? Un giorno gli crescono le braccia senza avvisare il resto. Il giorno dopo gli crescono le gambe e gli rimane la testa piccola. Io ogni mattina quando vado a svegliare mia figlia, entro nella camera con una certa paura perché non so cosa le sarà successo durante la notte. È come coltivare una crisalide: non sai mai quando si trasformerà in farfalla. Se invece di una femmina hai un maschio, non sai mai quando la crisalide si trasformerà in kiwi. Già perché arriva il momento in cui il corpo di un maschio adolescente inizia a coprirsi di peli, proprio come un kiwi gigante. Peli che lui non ha nessuna intenzione di tagliare perché sono il simbolo del suo passaggio epocale da bambino a nanetto coi baffi.
E un bel giorno ti ritrovi girare per casa una specie di Brunetta con la voce di Ignazio La Russa, che non sai se dargli del lei. Quello che succede ai ragazzi adolescenti è che hanno il corpo in ebollizione. E a sentire dall'odore, devono avere i piedi già ben cotti, con quelle scarpe da Robocop che portano, che quando le tolgono fanno interferenza con la televisione. I ragazzini adolescenti sono come un'aspirina: in continua effervescenza. Per questo, se avete un figlio adolescente, vi invito a fare molta attenzione quando vi avvicinate alla sua camera. Iniziate ad avvisarlo da lontano: «Arrivo! Sto arrivando? ci sono quasi!». E prima di entrare, bussate dalla porta: «Sono qui, ma tranquillo, prima di entrare conto fino a 10..!». Questo più che altro per non beccarlo mentre si fa un'effervescenza.